I traghettatori dei rospi in amore

Mai più stragi di rospi, i volontari del Progetto rospi Lombardia hanno costruito la barriera di sicurezza. E sempre di questi anfibi si parlerà in un incontro a Sesto Calende

Strada provinciale 8: ovvero l’incubo dei rospi in amore. Il motivo dell’appuntamento fra rospi di sesso opposto, è sicuramente entusiasmante. Il luogo, il meno appropriato e il finale drammatico. Tragico per i rospi e decisamente splatter per coloro che in primavera si ritrovano a passare con la macchina, peggio a piedi, lungo la strada che collega Osmate a Lentate. Soprattutto nelle giornate più umide e piovose, quella strada, posta fra uno stagno e un bosco, e passaggio obbligato per i rospi che vogliono raggiungere lo stagno sottostante, diventa il terreno di una strage. Impossibile evitarli con la macchina, sono troppi e le gimcane diventano peripezie alquanto rischiose.

E allora come risolvere il problema? Ci hanno pensato i volontari che aderiscono al "Progetto Rospi Lombardia" e le Guardie ecologiche del Parco del Ticino. Che, per mezzo dei finanziamenti della Regione, punta a salvaguardare questa specie comune di anfibio. Dunque informazione, ma soprattutto azioni pratiche. E proprio in questi giorni alcuni volontari hanno costruito, lungo la famigerata provinciale una barriera che impedisce l’attraversamento dei rospi. Si tratta di una striscia di cellophan alta circa trenta centimetri e fissata al terreno in modo da costituire una barriera insormontabile. E così i rospi, che evidentemente non sono eccellenti saltatori, risvegliatisi dal lungo letargo passato in qualche nascondiglio nel bosco, decidono di andare ad amoreggiare nello stagno sotto la provinciale. E quello che sta succedendo proprio in questi giorni. Ma fortuna loro trovano la barriera che gli salva la vita. E l’appuntamento amoroso?  penseranno i rospi un po’ delusi. Salvo anche quello. E provvidenziali si rivelano i volontari traghettatori dei rospi. “Lungo la provinciale, verso Osmate – racconta Gianluigi Gelmini, un volontario del Progetto – esiste anche un torrente che passa sotto la strada e alcuni rospi utilizzano questo passaggio, ma sono pochi quelli che hanno la fortuna di trovarlo, la maggior parte si raduna lungo la barriera e noi con i secchi li raccogliamo e li trasportiamo dall’altra parte”.  Ogni giorno, da metà febbraio a metà marzo, si ripete la pratica dei secchi. Perché contrariamente a quanto avviene in altri paesi, si pensi alla Germania, i tunnel che passano sotto la strada non esistono. E il salvataggio dei rospi, che escono dal tramonto fino alle dieci di sera, si accompagna poi alla raccolta di dati biometrici, alla misurazione cioè degli anfibi.

Della famiglia dei bufonidi, il rospo non ha certo un aspetto confortante. Struttura tozza e massiccia, ha la pelle rigonfia di verruche la cui colorazione può cambiare, a seconda del grado di umidità ambientale, della stagione e della muta, ma anche in corrispondenza dei diversi stati d’animo dell’animale. In più secerne un liquido tossico irritante, se ingerito per gli uomini e per altri animali e per questo ha pochi nemici naturali. In sostanza, è brutto, tossico, ma perché salvaguardarlo? “Anche il rospo è utile e rappresenta un tassello fondamentale nell’equilibrio ecosistemico delle zone umide – ha detto Gelmini – è utile all’uomo perché si nutre di insetti,  soprattutto zanzare, e a sua volta è mangiato da cornacchie, poiane, e rapaci notturni”.

E di rospi si parlerà anche a Sesto Calende questa sera in una conferenza organizzata dal “Progetto rospi Lombardia”. I relatori della serata, in cui verranno proiettate delle diapositive, saranno il dottor Vincenzo Ferri che parlerà del progetto per la salvaguardia di specie minacciate e il dottor Francesco Miglierina che parlerà invece della protezione degli anfibi effettuata sul territorio del Basso Verbano.  L’incontro inizierà alle ore 20.30 presso la sala conferenze del comune.

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Febbraio 2001
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