La riforma delle pensioni avrà anche la firma dell’Insubria

Scelto dal rettore Renzo Dionigi per rappresentare l'università dell'Insubria, Michele Bernasconi fa parte della commissione voluta dal Ministro Maroni per rivedere il sistema previdenziale

Dallo scorso anno è docente dell’Università dell’Insubria.  Insegna "microeconomia applicata", ma le su competenze gli hanno valso un posto al Ministero. Fa, infatti, parte della Commissione voluta dal Ministro del Welfare Roberto Maroni per studiare la riforma del sistema previdenziale. Parliamo di Michele Bernasconi, pavese, una vita dedicata all’università sia in Italia sia all’estero, con il dottorato ottenuto a York in Gran Bretagna e vari incarichi svolti sia ad Oxford sia a York.
"Mi fa molto piacere – commenta Bernasconi alla sua scrivania dell’università varesina – anche perchè mi dà modo di confrontarmi con dati reali."
La Commissione, composta da nove membri, entro settembre dovrà fare piena luce sui conti della previdenza, un monitoraggio sullo stato di salute del sistema che, prima o poi, dovrà affrontare la riforma.
"Il nostro incarico vale per otto mesi con possibilità di riconferma. Dopo l’iniziale monitoraggio, dovremo analizzare gli sviluppi futuri."
L’obiettivo di settembre, per il momento, è il più pressante anche perché la loro analisi servirà al Ministro per confrontarsi con le parti sociali e avviare la riforma.
Al di là di quelli che saranno i risultati del monitoraggio, Michele Bernasconi non vede nero per il futuro delle pensioni. "Già negli anni ’90 è stato avviato un discorso di revisione. Si è imparato a fare previsioni nel medio e lungo termine, cosa che trent’anni fa era impensabile e ha determinato lo stato di salute attuale delle nostre pensioni."
"Già i cambiamenti apportati in questi ultimi anni hanno corretto la rotta. Si deve valutare se le modifiche saranno sufficienti.  C’è, infatti, ancora lo spauracchio del 2035 quando dovrebbe determinarsi la "gobba" (la spesa previdenziale si dilaterà eccessivamente rispetto alla ricchezza prodotta), ma abbiamo tutto il tempo  per intervenire."
Il passaggio dal sistema retributivo, con cui si calcola la pensione in base all’ultimo stipendio, a quello contributivo, valutato in rapporto ai versamenti effettuati nel corso della vita lavorativa, sta producendo gli effetti sperati :"È chiaro che occorre intervenire sull’equità del passaggio da un sistema all’altro, perché la generazione che si troverà alle prese con crisi produttive o crescite ridotte della ricchezza si vedrà premiata con pensioni più basse rispetto a lavoratori che opereranno in periodi di boom economico."
Quello che è certo, è che le nuove generazione non potranno più aspirare alle pensioni oggi riconosciute ai propri genitori, ripagati sulla base dell’ultimo stipendio. Tale disparità dovrà essere colmata e, per Michele Bernasconi, l’opzione della seconda colonna potrebbe essere una via percorribile a patto che si fornisca al lavoratore un maggiore potere di risparmio : "Assicurazioni integrative o altre forme parallele previdenziali potranno svilupparsi laddove la liquidità disponibile aumenti e per far ciò si dovrà agire sulle politiche del reddito e della creazione di ricchezza."
Il docente non vede, però, come un’inevitabile sciagura per il nostro sistema pensionistico il progressivo calo demografico, problema comune a molti stati europei: gli effetti del calo dell’esercito contributivo potranno essere ovviati da altre variabili che dipendono dalla crescita economica e del lavoro. "Per il momento a livello macroeconomico non si avverte ancora il ‘problema pensioni’. Chi sceglie una pensione integrativa rappresenta la minima parte della popolazione. Il compito di questo e di tutti i governi futuri dovrà, però, essere quello di pensare nel medio e lungo periodo per intervenire avendo ben presenti gli sviluppi tra venti, trenta cinquant’anni."
Tra numeri e statistiche, quindi, per Michele Bernasconi, voluto da Roberto Maroni in rappresentanza dell’Insubria per fare chiarezza in uno dei campi più delicati e importanti del sistema Italia, si prospetta un agosto torrido. 
E non solo per le temperature esterne…

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Luglio 2001
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