Agricoltura “bio”, trenta milioni dalla Camera di Commercio per formazione e assistenza

A partire dalle prossime settimane le aziende agricole potranno beneficiare dello stanziamento. I commenti da parte dei titolari di una storica azienda

La Camera di Commercio, Industria e Agricoltura di Varese ha messo a disposizione delle aziende che praticano agricoltura biologica in provincia di Varese trenta milioni di lire. Si tratta di fondi che verranno indirizzati per l’assistenza tecnica e per momenti formativi e di approfondimento che consentano all’operatore di ridurre i problemi legati alla conversione della propria attività dal metodo convenzionale a quello biologico, seguendo l’azienda nella sua gestione complessiva.

Dell’iniziativa, che è stata pensata in concerto con l’orientamento espresso dalle Associazioni di categoria a livello provinciale, chiediamo un commento ai proprietari di un’azienda che tra le prime iniziò ad operare in provincia di Varese con questi metodi di coltura.

Si tratta dell’azienda agricola Broggini di Calcinate del Pesce, che nel corso degli anni 80′ adottò le tecniche di bio agricoltura che permettono di coltivare prodotti ad altissima qualità escludendo l’impiego di tutti i prodotti chimici di sintesi, come conferma Massimo Crugnola.
«Un aiuto in questo settore è un fatto importante – specifica Massimo  – anche se tardivo. Il panorama dell’agricoltura biologica non è cosa recente nel nostro paese. Prova ne è il recepimento, da parte del nostro ordinamento di un Regolamento Comunitario, il n° 2092, che risale a ben 10 anni fa».

Oggi le aziende che svolgono questo tipo di produzioni sono aumentate specialmente nella zona del Luinese, anche se è opportuno specificare che secondo l’ultimo censimento le aziende agricole in senso lato della provincia di Varese sono pressoché dimezzate. 
Quindi la bio agricoltura rappresenta sempre di più un metodo di coltura impiegato da pochi produttori in provincia, che comunque hanno una loro compagine associativa, l’AIAB, l’associazione italiana agricoltura biologica.
Il mercato è rappresentato prevalentemente da privati, che acquistano direttamente dai produttori, mentre ancora poco diffusa risulta la cucina biologica offerta dai ristoratori che non sembra abbiano assimilato le potenzialità di questi prodotti.
«Attualmente – conclude Massimo – le uniche iniziative finalizzate alla divulgazione delle coltivazioni biologiche sono state portate avanti da enti territoriali come le Comunità Montane, vedi quella del Luinese,
col MIPAM, oltre che mediante iniziative a cura del Parco del Campo dei Fiori. Sarebbe opportuno che a questo punto anche la Provincia di Varese porti avanti in modo più incisivo iniziative atte a favorire questi metodi di coltivazione».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Novembre 2001
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