Cremazione, una pratica in aumento

Le ultime statistiche effettuate dall'ISTAT indicano un costante aumento rispetto alle altre forme di sepoltura. Varese al quinto posto nella graduatoria regionale

Le cremazioni in Italia sono in netto aumento rispetto agli anni precedenti e nei confronti delle altre forme di sepoltura, anche se a livello europeo il nostro paese rappresenta il vero fanalino di coda rispetto a questa pratica.

I dati sono stati diffusi ed elaborati dalla So.Crem di Varese e dalla Federazione Italiana Cremazione sulla base delle ricerche condotte dall’ISTAT.
Dalla lettura della serie storica su base nazionale, dal 1988 al 2000 è dimostrato come la cremazione, passando dalle 3.650 cremazioni del 1988 alle 29.559 del 2000 sia in netto aumento tra le scelte della popolazione, benché la percentuale dei decessi sia lievemente aumentata passando dai 537,5 per mille del 1988 ai 560,2 per mille di due anni fa.

Aumentano anche gli iscritti alle società di cremazione. Gli aderenti passano da 1.266.840 del 1992 a 1572.612 del 2000. Secondo la legge italiana, infatti, la procedura di cremazione del defunto risulta assai più semplice qualora la persona abbia inteso aderire ad una delle numerose società di cremazione, in modo che la società stessa, avvisata del decesso, prenda contatto col comune di residenza che provvederà alla cremazione senza ulteriori formalità né spese per la cremazione, a differenza della trafila necessaria negli altri casi: qualora il defunto abbia lasciato disposizione testamentaria, o in caso di richiesta congiunta da parte dei parenti più stretti; pratiche, queste ultime, che consentono la cremazione solo dopo alcuni passaggi burocratoco-legali.

La cremazione rappresenta il 5.3% delle pratiche di sepoltura rispetto al 34% dell’inumazione in terra o al 60.7 % della tumulazione in loculo o in tomba; questi i dati del 2000, che sono comunque destinati a salire nella previsione per l’anno in corso, che indicano la cremazione come in aumento dello 0,2%.

Rispetto alle aree geografiche del paese la cremazione rappresenta una pratica diffusa e in crescita al centro-nord (la sola eccezione tra le regioni settentrionali è per la Valle d’Aosta), col primato per Liguria, Lombardia e Friuli, mentre risulta pressoché sconosciuta per i cittadini del sud: i dati, relativi all’anno 2000, non registrano cremazioni per Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria.
Quanto alle città lombarde, Varese si pone al quinto posto, con una percentuale del 2.3 % su base nazionale e un totale di 681 cremati per l’anno 2000, contro Milano, in cima alla graduatoria, che vanta il primato  lombardo con il 14.5% su base nazionale e un totale di 4.298 cremazioni per lo stesso anno.

In ultimo, uno sguardo fuori dai confini del Paese. Sulla percentuale dei defunti, il primato delle cremazioni è raggiunto da Gran Bretagna (71,4%) e Danimarca (71,1%) per continuare con Svezia (67.8%) e Olanda (48.2%). Fanalino di coda proprio l’Italia che si attesta al 4.1%. Tra gli ultimi anche l’Irlanda (4.6%) e Spagna (10.9%).

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Pubblicato il 02 Novembre 2001
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