«Votammo il Prg, ma senza mai pretendere nulla in cambio»

Roberto Molinari, segretario cittadino del Ppi, risponde all'editoriale di Pierfausto Vedani

Caro Pierfausto,
leggo, per onor del vero, con un certo rammarico, il tuo editoriale del 4 novembre in cui commenti duramente la nostra presa di posizione sulla vicenda Aspem.
Ma tant’è, chapeau ad un maestro che giustamente fa notare di come abbiamo peccato di comunicazione nel non sottolineare, aggiungo io abbastanza, che le preoccupazioni maggiori sono per i destini della città.
Detto questo trovo, tuttavia, alquanto ingenerose le accuse di essere un trapezista o l’idea che i Popolari siano stati le stampelle della Lega di Fassa. Sarebbe fin troppo facile per me ricordarti che sono segretario cittadino del PPI dal 13 di ottobre di quest’anno e che quindi non posso rispondere delle decisioni che altri hanno preso.
Ma, siccome sono un Popolare orgoglioso di esserlo e soprattutto sono uno che crede nella dignità politica, ti dico chiaramente che mi assumo in toto la responsabilità degli errori di alcuni amici di partito. Permettimi però alcune precisazioni. I Popolari presenti in consiglio comunale durante la gestione Fassa e cioè Bramanti, Brusa e Montalbetti approvarono il PRG in dissenso con l’allora Segreteria politica cittadina e provinciale e, sottolineo, in piena autonomia e senza ottenere nulla in cambio, né alla luce del sole, né nelle segrete stanze. ( Se tu hai altri informazioni mettici al corrente). Già questo atteggiamento dovrebbe farti pensare sul differente stile di far politica di chi oggi fa vertici di maggioranza degni della miglior partitocrazia o che sottopone ad una canea oltraggiosa il dissenso. (Vedi il trattamento riservato ai transfughi leghisti in consiglio).
Ma torniamo a noi. La votazione favorevole al PRG fu un errore politico grave perché, di fatto, portò all’approvazione di un piano di cui oggi si vedono le magagne e perché non costrinse Fassa a rimettere il mandato agli elettori. Questo è l’unico episodio di cui io sono a conoscenza. Inoltre alle scorse amministrative i Popolari, alla vigilia del ballottaggio tra Broggini e Fumagalli, scrissero e invitarono i propri elettori ad appoggiare il candidato del Polo, pur di sconfiggere la Lega. Questo fu fatto apertamente e senza nessun accordo politico con il Polo, a differenza di altri che il candidato della Lega appoggiarono in maniera sotterranea. Vorrei tuttavia ricordarti che ben altri, di cui tu ora tessi l’elogio di credibilità politica, hanno la responsabilità di aver sostenuto anche con propri uomini, ovviamente mascherati da indipendenti, la Giunta Leghista. Personalmente, da un profondo conoscitore della politica varesina come tu sei, mi sarei aspettato quanto meno un’apertura di credito nei confronti miei e del Segretario provinciale Paolo Rossi. Rossi è ritornato alla politica dopo otto anni ed io, pur essendo sempre stato iscritto al PPI, ho ripreso la militanza attiva da due anni.
Ti ricordo, inoltre, che mentre nel 92′ molti fuggivano dalla Democrazia Cristiana, io, con pochi altri, rimanevo a tenere la bandiera dell’onore e della dignità di un’esperienza politica che oggi è irripetibile, ma di grandissimo valore. E qualche chiacchierata, a quel tempo, la facemmo quando tu seguivi per Rete 55 le elezioni, quindi dovresti ricordarti che non amo i voltagabbana, né tanto meno i "cerchiobottisti". Ecco perché l’accusa di trapezismo mi appare davvero ingenerosa, gratuita e fuori luogo. Chiudo con una frase di Sartre, che ho trovato recentemente su di un libro di Pietro Barcellona. Dice il filosofo francese: " I moderni pensano di essere figli di se stessi" e, aggiunge Barcellona, che il frutto peggiore della modernità sta nel fatto che non c’è memoria per il passato, né pensiero per il futuro, ma solo idea del presente. La politica non sempre è fatta di linearità e trasparenza, ma spetta a tutti noi tentare di coglierne la complessità, senza cadere nel qualunquismo, ma neanche nella banalizzazione di giudizi che assomigliano più a slogan che al difficile esercizio del pensare. Con simpatia.

Roberto Molinari Segretario cittadino PPI di Varese

L’editoriale

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Pubblicato il 05 Novembre 2001
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