Carceri sovraffollate, un dossier accusa Varese e Busto

Un tasso di affollamento tra i maggiori d'Italia. Ma per gli operatori del settore il disagio non è paragonabile a posti come S.Vittore o Poggioreale

Più del doppio dei detenuti rispetto alla reale capienza. E i due carceri della provincia, quello dei Miogni di Varese e quello di Busto Arsizio, finiscono nel mirino di un dossier elaborato in questi giorni dai Radicali, disponibile sul sito http://www.radicali.it/ L’iniziativa dei pannelliani mette l’accento sul sovraffollamento come fenomeno oramai cronico del sistema penitenziario italiano. Insieme alle cifre sulle case circondariali con più detenuti in assoluto, il documento denuncia anche il superamento dei limiti di capienza di molte strutture. 
In questa categoria, la situazione più difficile è quella di Massa Carrara (122 detenuti rispetto alla capienza di 34), definita dal dossier un vero e proprio "piccolo inferno", seguito da Bergamo (524 rispetto alla capienza di 210). Subito dopo c’è Busto Arsizio (380 rispetto alla capienza di 187) con un tasso di sovraffollamento che i Radicali stimano nel 56%. Lo stesso coefficiente attribuito a Varese e che colloca i Miogni al quarto posto per tasso di sovraffollamento in Italia con 121 detenuti sui 53 originariamente previsti.

Si tratta tuttavia di numeri e coefficienti freddi, che non tengono conto cioè della reale situazione interna delle due case circondariali. Come segnala anche il dossier in questione, la vivibilità delle prigioni dipende da un sistema di fattori; dalle condizioni igieniche, dalla possibilità di lavorare e occupare i detenuti in attività sociali, dagli organici, dal rapporto con detenuti di nazionalità diverse. 

Se confrontata con un ampio spettro di variabili, spiegano gli addetti ai lavori del carcere di Varese, la vivibilità dei carceri nostrani non sarebbe paragonabile a quella di altri istituti (basti pensare ai più capienti: Poggioreale e Secondigliano a Napoli, Rebibbia a Roma, Opera e S.Vittore a Milano) che soffrono di un gigantismo difficilmente gestibile. 

«Credo che nei carceri più grossi la situazione sia peggiore» commenta dal canto suo Lorenzo Todeschini, responsabile per la Cisl del progetto sportello sociale, con cui i sindacati Cisl e Cgil forniscono assistenza ai detenuti di Busto Arsizio. «A Busto i problemi non mancano, dalla mancanza di personale al bisogno di spazi, però – continua Todeschini – tutto sommato si riescono a fare un buon numero iniziative, grazie anche a un orario dedicato alle attività, che permette di respirare. Questo non vuol dire che vada tutto bene, ma nemmeno che i nostri siano i carceri peggiori». Problemi da risolvere ne restano comunque tanti. Uno per tutti, quello di Malpensa, il gigante che costringe la piccola procura di Busto a un superlavoro. «A Busto Arsizio è evidente un problema legato a Malpensa e alla forte presenza di extracomunitari, con la conseguente necessità di una mediazione culturale, di un numero sempre maggiore di educatori e di figure – conclude il sindacalista – che permettano di sviluppare un’assistenza anche psicologica».

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Pubblicato il 16 Agosto 2002
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