«L’antenna uccide», Bosto insorge contro l’elettrosmog

Dopo le proteste per il posizionamento dell'antenna di telefonia mobile i cittadini promettono battaglia e un esposto alla Procura della Repubblica

«Ma secondo lei faranno male davvero queste benedette onde?». Esordisce così, al citofono, quasi timidamente, Ivana Capobianco, inquilina al quarto piano di via Sant’Imerio 13, quando le si chiede un parere sull’antenna di telefonia mobile posizionata solo qualche giorno fa sul tetto del condominio in cui abita. Quasi un blitz, senza alcun preavviso, secondo la signora Ivana: «un giorno sono scesa e vicino al garage ho trovato una gru che serviva per issare le antenne, potevano almeno avvisarci».
Molte sono infatti le voci dei condomini del 13 di Sant’Imerio che si lamentano della scelta della proprietà a dare il via libera al posizionamento delle antenne per trasmettitori a banda larga, forse in grado di emettere onde più forti dei semplici cellulari. O forse no. Ed è di questo, della certezza sulla propria salute, di cui ha bisogno chi abita in questa zona, come in tutte le zone in cui viene posizionato un impianto di questo tipo. Come fanno sapere anche i coniugi Formaggia, Graziosa e Armando. «Ho contattato l’Arpa per chiedere spiegazioni sulle emissioni elettromagnetiche – spiega la signora. Spero che siano in grado, dopo le feste, di consigliarmi esperti capaci di spiegare il problema a tutta la popolazione».
Ma intanto il malcontento tra la gente del quartiere sta rapidamente montando. Le scritte con vernice spray nera, alla base della palazzina "incriminata", parlano chiaro: «L’antenna uccide». E così anche i volantini divulgati per organizzare un presidio prima di Natale. Testimonianza della paura per l’elettrosmog anche la voce degli abitanti di altri condomini. Giuseppe Perucchetti, quinto piano della palazzina al civico 15, parla a nome di numerose famiglie e promette battaglia. «Non stiamo mettendo in discussione la legalità della questione – afferma Perucchetti. Contestiamo fortemente, invece, l’opportunità di avere un trasmettitore sopra la testa con numerosi bambini che abitano nelle vicinanze, oltre ad anziani malati. In altre zone, come ad esempio a Comerio, il sindaco per un’analoga questione ha saputo farsi tramite tra le esigenze della popolazione e quelle dei gestori di telefonia mobile. A Varese, dopo qualche lettera che abbiamo inviato al sindaco l’estate scorsa, non si è più saputo nulla. Ad oggi abbiamo già raccolto più di cento firme di cittadini che si oppongono alle antenne e che vogliono arrivare ad una soluzione. A breve presenteremo un esposto alla Procura della Repubblica per informare dei fatti la magistratura».


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Pubblicato il 02 Gennaio 2003
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