«Chiudono il centro alle auto e poi aumentano i parcheggi»

Varese – È scattato il blocco parziale delle auto. La misura rimarrà in vigore fino al miglioramento della situazione. Legambiente preme per un intervento più radicale e fa una considerazione

Blocco parziale del traffico al via nonostante le polveri siano sensibilmente calate nella giornata di ieri. I livelli si sono comunque mantenuti sopra la soglia di allarme (58.8 microgrammi al metro cubo) e, quindi, il divieto di transito per vetture non catalizzate rimane in vigore e per sabato si annuncia un black out totale nel centro storico.
La zona interessata è quella, per così dire, centralissima, all’interno del ring. Indubbiamente è la più inquinata e merita di essere tutelata. Ma anche viale Borri, dov’è dislocata la centralina, non è messa meglio, ma per lei non si prevede alcuna misura in particolare. Arteria nevralgica cittadina, nessuno può permettersi il lusso di fermare il flusso veicolare. E come viale Borri, altre vie sono nelle stesse condizioni: in una camera a gas e senza alternative con l’eccezione del mutamento meteorologico.
Eppure, in una città come Varese, che ha fermo dall’ottobre 2000 il piano di parcheggi con aree esterne definite di “interscambio”, per disincentivare l’uso della vettura in città e ha un sistema di trasporti pubblici indubbiamente poco attraente per i cittadini, c’è ancora lo spazio per pensare a misure graduali che evitino situazioni d’emergenza come quella attuale.
«Indubbiamente la questione va affrontata su più livelli – spiega Dino De Simone di Legambiente – Essenzialmente se ne possono individuare tre. Innanzitutto i controlli dei mezzi non catalizzati dovrebbero essere più severi. Le vetture catalizzate con oltre centomila chilometri sono inquinanti come le altre. I diesel immatricolati dopo il ’96 sono altrettanto pericolosi. Forse varrebbe la pena avviare, come ha fatto la Regione, una campagna di incentivazione alle auto eco compatibili, che magari interessi proprio il parco macchine pubblico e dell’Azienda trasporti. La seconda linea di intervento dovrebbe far leva sul trasporto pubblico e in questo senso andrebbe pensata una zona off limits più estesa: magari graduando l’ampiezza a seconda del livello d’emergenza. Il servizio pubblico, per contro, dovrebbe avere tariffazioni più flessibili a seconda delle esigenze e dovrebbe estendere il servizio ai comuni limitrofi: oggi c’è un accordo con 6 comuni, ma si potrebbe ampliare. Penso, inoltre, a un sistema di bus a chiamata che si potrebbe attuare alla sera come sta avvenendo a Parma. L’intervento indubbiamente più difficile ma determinante dovrebbe avvenire, infine, sul piano culturale. Si dovrebbe far comprendere ai cittadini che l’inquinamento è un pericolo subdolo, i cui effetti si conoscono alla distanza, quando ormai è troppo tardi. Si deve far passare il messaggio che, anche se con un piccolo sforzo in più, si deve contribuire a costruire un ambiente migliore. Lasciamo a casa l’auto e utilizziamo mezzi puliti come le biciclette».
E nel cilindro di De Simone altre proposte: dal “mobility manager”, un amministratore che dovrebbe organizzare i trasporti dei dipendenti della città verso le proprie aziende ottimizzando i trasporti, alla differenziazione degli orari per limitare gli ingorghi. Ma soprattutto una domanda: «Se vogliamo limitare il traffico nel centro cittadino, perchè stanno proliferando i parcheggi nelle vie del centro ?» L’allusione è alla recente rivoluzione che ha interessato via Volta e alla ventilata volontà di azzerare la corsia del bus di via Sacco per ospitare auto in sosta. In puro spirito ambientalista!!

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Gennaio 2003
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