“Fateci entrare”. Folla straripante fuori dal teatro
Varese – Un pubblico delle grandi occasioni
Che pazienza ci vuole a essere di sinistra. Due ore in piedi, alle porte del cinema Impero, per poter entrare ad ascoltare Cofferati. Tra malumori e poliziotti, pigiati come sardine. Ma Cofferati lo sa, che il popolo di sinistra è un po’ sfigato, e va ad arringarli, poco dopo le 21, con un gesto da vecchia volpe della politica: prima chi soffre. “Sono venuto a dirvi che non potete entrare e che mi dispiace molto” urla al megafono, nell’atrio del cinema Impero. Promette che tornerà a fine discussione, per rispetto verso chi è venuto. E aggiunge: “Noi parliamo di rispetto verso il lavoro e quindi non possiamo mettere in difficoltà i vigili del fuoco eludendo le norme di sicurezza”. Come inizio non c’è male. Il leader che è tornato in azienda, parla alla gente in piedi e si preoccupa pure di chi lavora per lui. Applausi scroscianti. Consensi che dentro la sala diventano quasi incontenibili, con standing ovation, quando l’ex segretario della Cgil, circondato da molti sindacalisti anche a Varese, entra e si siede al tavolo. C’è un’attesa viva, vibrante. La si percepisce. Un sacco di gente di sinistra, che lo ha eletto, lo si voglia o no, leader. Il teatro è già pieno dalle 20 e 30. Dopo Moretti, per Varese è il secondo appuntamento di livello nazionale, da tutto esaurito.
Sulle prime file la stampa, ma anche molte facce della politica locale. Segretari di partito, militanti, consiglieri comunali. Il centrosinistra, per la maggior parte diessini. Il pubblico ascolta attento il lungo discorso di Cofferati. Finisce tutto alle 23 e 30, ma alle 23, dopo due ore di attesa, qualcuno decide di far entrare quelli rimasti fuori, che si dispongono nella platea rialzata. Un incontro senza polemiche, più costruttivo, apprezzato dai tanti diessini. Presenti anche i militanti di Varesegirotondi, che hanno consegnato una lettera a Cofferati: “Grazie di essere venuto, non ci interessano le lotte di corrente dei Ds, vogliamo solo unire tutto il centrosinistra, per vincere”.
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