Nuovo valico, per la Provincia non basta l’attuale rete viaria
Provincia - Confine - Dopo l'ultima assemblea italo svizzera sul valico anche Villa Recalcati illustra la sua posizione: «Nessuna decisione scavalcando le autonomie locali»
Oltre agli amministratori locali dei comuni interessati alla definizione di un nuovo valico italo-svizzero – Lavena Ponte Tresa e Cadegliano Viconago – in località Madonnone, nell’ultima assemblea tenutasi ieri a Bellinzona con la controparte elvetica è emerso un asse comune tra l’ente di Villa Recalcati e le esigenze del territorio, rappresentate dai comuni di confine. Lo stesso vice presidente della Provincia Giorgio De Wolf ha confermato quanto già in passato sostenuto dall’amministrazione pontetresina, ossia che «il Madonnone presenta il grave handicap di non avere, in territorio varesino, nessuna reale via di collegamento con il resto del territorio in una zona già soggetta a frequenti dissesti idrogeologici». Stessa valutazione, quella fatta dall’assessore ai trasporti di Villa Recalcati Carlo Baroni: «Dovranno essere valutati alcuni elementi di fondo – ha ammonito l’assessore provinciale – perché l’attuale rete viaria non è in grado di sopportare alcun incremento di transiti. Con le risorse finanziarie attuali, con gli impegni gravosi che la Provincia ha assunto, non si può immaginare un intervento immediato per affrontare la situazione viabilistica intorno al futuro valico. Anche perché – ha concluso – il Canton Ticino dovrebbe dirci che cosa pensa dell’attuale valico confinario di Ponte Tresa».
L’incontro di ieri era nato per fare chiarezza a fronte della reiterata richiesta ticinese di chiudere il valico di Ponte, sostituendolo con un transito pedonale pur molto ampio, per spostare tutto il resto verso il Madonnone, mezzo chilometro più a ovest, lungo l’attuale strada cantonale che conduce al valico di Fornasette e che sbucherebbe sulla provinciale 61, nel territorio del comune di Cadegliano Viconago proprio al confine con Ponte Tresa. Per il Governo Cantonale una scelta obbligata, compresa nel Piano del Trasporti del Luganese. Per la Regione Lombardia, invece, «il valico del Madonnone non rappresenta una direttrice strategica» ha spiegato l’ing. Colombo che ha illustrato i piani del Pirellone: grandi direttrici di traffico est-ovest con innesti sulle diramazioni nord-sud sia per la viabilità sia per la ferrovia, così da alleggerire il “nodo” di Milano ormai congestionato. Idem per la Provincia, come ha chiarito lo stesso De Wolf che ha altre priorità, tanto più che il Madonnone presenta il grave handicap di non avere, in territorio varesino, nessuna reale via di collegamento con il resto del territorio.
Un altro tassello che ha dato forza soprattutto all’amministrazione comunale di Lavena Ponte Tresa è stata la presa di posizione di Provincia e Regione circa la necessità, di consultare le amministrazioni comunali nei progetti di spostamento della dogana: «nessuna decisione – hanno fatto sapere dalla Provincia – verrà presa scavalcando le autonomie locali».
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