Zoia: un’azienda dove non esiste periferia
Presentati i nuovi dirigenti dell'azienda ospedaliera. Nessun depotenziamento per Saronno e Tradate assicurano i nuovi vertici. Ma sui posti letti pende la scure dei tagli
Da qualche settimana è diventato il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Busto Arsizio. È Pietro Zoia, cinquant’anni domani, gallaratese e medico prima che dirigente come tiene a precisare egli stesso. Questa mattina nella biblioteca medica dell’ospedale di Circolo di Busto Arsizio ha presentato la squadra che guiderà l’azienda. Insieme a lui c’erano infatti il neo direttore sanitario Enzo Brusini, specializzato in terapia fisica e riabilitazione. Una nomina in famiglia quella di Brusini, che arriva dal presidio di Saronno dove è stato direttore del dipartimento medico. A completare il tris di dirigenti c’era il riconfermato Giuseppe Crestani nella sua mansione di direttore amministrativo. Soddisfatto delle scelte dei suoi collaboratori, di cui apprezza professionalità e doti personali, Zoia ha definito obiettivi, prospettive e la fisionomia dell’azienda. Sarà un lavoro all’insegna della continuità con quanto svolto dal suo predecessore Bertoglio. Ma alcuni progetti come il padiglione del polo chirurgico per il momento scompaiono dall’agenda delle priorità. «Preferisco valutare prima di promettere opere che poi non possono essere realizzate, verificheremo nel tempo per avere il quadro di questo problema». Parla dell’azienda come di una grande famiglia. «Tradate e Saronno non sono periferia, sono parte integrante del nostro organismo».
Obiettivi dell’azienda. Inutile dire che in cima alla lista c’è la tutela della salute delle persone, ma «intese come soggetto di cura e non come oggetto di prestazioni sanitarie» precisa il direttore generale. "La persona al centro" è stato il motto di Bertoglio per anni. Lo sarà anche Zoia ovviamente, ma dal vocabolario di quest’ultimo scompaiono alcuni sostantivi: cliente, utente. «Non fa parte della mia storia» dice quando sostiene che la parola paziente non ha ancora nulla di vecchio.
Saronno e Tradate e il rapporto con il territorio. «L’azienda è fatta di tre presidi e tutti devono rispondere ai bisogni delle loro comunità, occorre recuperare un rapporto con il territorio, con le sue istituzioni, poiché questo legame è portatore di positività». Per Zoia Saronno e Tradate sono parte integrante dell’azienda. E se si parla di timori di depotenziamento delle strutture, il neo direttore si appella al lavoro fatto da Bertoglio, per dire che al contrario c’è stata molta attenzione per Tradate e Saronno. Una attenzione che ha fatto guadagnare a quest’ultimo nosocomio l’accreditamento di eccellenza da una commissione di valutazione nord americana. «La sfida vera per la sanità è la qualità e solo i tre ospedali insieme possono affrontare e intraprendere questa impresa» aggiunge invece Brusini. Non mancherà neppure l’apporto universitario. «Il rapporto deve essere sempre più costruttivo» afferma ancora Zoia.
Il bilancio e gli investimenti. È ancora presto per parlare di progetti e risorse ad essi destinati. La fase è ancora quella del rodaggio. Di certo non si torna indietro, anche se per ora a Zoia toccherà di apporre qualche firma a spese già preventivate per l’acquisto di due risonanze magnetiche, di cui una per Saronno, e di una tac ultratecnologica per Busto. In cantiere c’è la ristrutturazione della nefrologia bustese e il pronto soccorso di Tradate.
Posti letto e liste d’attesa. Sono duecentonovantasei in tutta la Lombardia i posti letti che devono essere tagliati. Il centrosinistra, sulle scelte di Formigoni sta già conducendo battaglia. L’azienda che fa capo a Busto ne subirà anch’essa? «Noi dobbiamo dare una risposta ai bisogni dei pazienti, non è importante se riusciamo a farlo con dieci o venti posti letto». Insomma per Zoia «l’importante è quante persone hai servito alla fine». Concorda Crestani nel ritenere il numero di posti letti «uno strumento per valutare ormai vecchio, soprattutto se si considerano anche i tempi post operatori che ormai si sono notevolmente accorciati». La risposta è di quelle da interpretare. Nessuno smentisce il taglio anche nell’azienda, che con prestazioni qualificate punta a " far girare i posti letto". Tanto meno si smentiscono i tempi di attesa per le visite specialistiche. Sono lunghi, ma Zoia ha già dato mandato al suo direttore sanitario di analizzare e sistemare la situazione.
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