Varese “le suona” al lavoro nero
Presentata la quinta edizione di "Varese cambia musica": manifestazione bandistica per opporsi al lavoro irregolare
Musica per divertirsi, musica per rilassarsi ma anche musica per comunicare che un altro mondo è possibile. Musica popolare capace di diventare impegnata e di opporre un secco "no" al lavoro nero, a quello irregolare e a qualsiasi tipo di abusivismo.
E la città-giardino dice la sua con "Varese vuole cambiare musica", quinta edizione di una manifestazione che vede impegnate in prima linea l’Associazione Artigiani, l’Associazione panificatori della Provincia di Varese, la CNA, la Confesercenti e Legacoop con la collaborazione della Camera di Commercio, dell’Unicef, del Provveditorato agli studi sotto il patrocinio del Comune di Varese e che da tre anni vede la partecipazione anche della consulta degli studenti.
Oltre mille le persone coinvolte in una tre giorni che vede il momento culminante nel pomeriggio di domenica 18 maggio quando decine di bande popolari invaderanno il centro della città. L’evento che nelle passate edizioni ha riportato un grande successo di pubblico rappresenta un momento importante per la sensibilizzazione a "una società più giusta , che consideri naturale conciliare etica ed economia e nelle quale siano il merito e la professionalità a determinare i valori", come cita il manifesto.
Molte cose sono state fatte per combattere le irregolarità sul lavoro ma esistono ancora tante sacche, come emerge dall’osservatorio della Camera di Commercio, primo risultato delle edizioni precedenti di "Varese vuole cambiare musica".
«Il fenomeno del lavoro irregolare – afferma Gianni Lucchina, direttore della Confesercenti – è ancora presente in provincia anche se Varese non detiene nessun primato; la situazione è complicata ma segnali di reazioni sono stati dati dalle organizzazioni che si occupano di lavoro».
E Gianni Mazzoleni, segretario di CNA ribadisce che se Varese ha registrato solo cinque regolarizzazioni dopo la legge 383 sull’emersione del lavoro nero («una normativa troppo complicata per trovare valida applicazione»), ha comunque fatto dei passi avanti grazie alla messa in rete delle informazioni e all’intervento delle amministrazioni comunali e della Guardia di Finanza.
Insomma qualcosa si è mosso ma molto c’è ancora da spostare. Ed è proprio con questa finalità che è partita e ancora continua il suo percorso "Varese vuole cambiare musica". Non solo quindi immagine e comunicazione ma anche e soprattutto una campagna di sensibilizzazione perché si possa davvero mettere una pietre sopra tutti i fenomeni di irregolarità. E la "chiave musicale" sembra essere quella giusta anche se non mancano momenti più tecnici come il dibattito, previsto per venerdì 16 maggio, intitolato proprio "Varese vuole cambiare musica?".
Un interrogativo questo che sembra aver trovato già parecchie risposte affermative ma che necessita di un’adesione totale.
E la musica sembra proprio essere il richiamo più altisonante.
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