Ma è una storia per tutti?

Questa sera il progetto editoriale della "Storia di Varese" verrà presentato all'Università

E’ stato presentato presso l’aula magna di via Ravasi il progetto editoriale della "Storia di Varese" curato dal centro internazionale di ricerca per le storie locali e le diversità culturali dell’Insubria. Per la storia di Varese in quindici volumi, cioè migliaia di pagine, ci sarà l’impegno di uomini di cultura che hanno raccolto l’invito di coloro che da tempo con iniziative serie si attivano per la crescita della città e del suo territorio. Il consenso, sentito e sincero, non esime da annotazioni che possono assumere la valenza di modestissime indicazioni anche se vengono da chi , essendo cronista, è ben lontano dal sapere accademico. Nel team dei redattori dell’opera, che non può essere assolutamente messo in discussione, non tutti gli storici varesini sono presenti: ho notato il fair play degli esclusi, davvero elegante e pieno di stile il loro silenzio, ma io esprimo in proposito il mio personale rammarico che di certo non costituisce un’offesa ai promotori della storia. Sono rammaricato perché tra gli esclusi c’è chi ha profonda conoscenza delle vicende varesine e quindi si è rinunciato a un apporto culturale che poteva essere assai utile. Sono inoltre dispiaciuto perché più presenze locali avrebbero attenuato la sensazione che la vasta delega data a intelligenze non varesine alla fine potrebbe essere interpretata come una, pur sfumata, nuova colonizzazione della nostra realtà. Certamente tutto ciò non era nelle intenzioni di chi ha varato l’iniziativa: come primo obiettivo si voleva il meglio in assoluto. Obiettivo peraltro raggiungibile anche includendo altra bella gente di casa nostra. Non ne ho sentito parlare, può darsi che il problema venga affrontato in sede di presentazione, ma alla mia indicazione comunque non rinuncio. Così come è stata annunciata, la storia di Varese mi sembra una realizzazione elitaria, fatta per pochi. Già le sue dimensioni, se pensiamo a un probabile mercato editoriale, potrebbero rappresentare un ostacolo finanziario per una moltitudine di famiglie o di singoli eventualmente interessati, per non parlare in senso stretto della corposità fisica dei quindici volumi che in tempi in cui gli italiani si stanno riavvicinando ai libri qualche problema di spazio nelle abitazioni potrebbero crearlo. Non è un caso che oggi abbiano successo le Garzantine e simili. Resta il fatto che questa storia di Varese sarà fondamentale per la collettività e allora per raggiungere il maggior numero di cittadini si possono prendere in considerazione due sbocchi in termini diffusionali. Con l’impegno delle istituzioni e dei privati le biblioteche pubbliche e delle scuole di ogni ordine e grado del Varesotto dovrebbero essere dotate della storia, inoltre non poche associazioni anche non strettamente culturali dovrebbero acquistarla. Se si vuole però il grande successo, cioè una diffusione notevole perché la consultazione dell’opera è facile e rapida dal momento che i quindici volumi con le loro migliaia di pagine possono essere custoditi in un cassetto, allora all’edizione cartacea della storia di Varese si affianchi quella in cd rom. Il computer è il presente e il domani della comunicazione, è lo strumento che già i bimbi utilizzano alla grande, è lo strumento che si diffonderà sempre di più nelle case perché ci sta introducendo in una nuova civiltà. I grandi editori diffondono in cd le loro enciclopedie, la gente le accoglie con favore. Ora la grande storia di Varese ha sicuramente diritto a una edizione tradizionale, ma se si vuole veramente farne un diffuso mezzo di conoscenza a disposizione della comunità allora sembra non solo opportuna ma decisiva la via dei cd rom.

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Pubblicato il 30 Gennaio 2004
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