Ferrovie, la Gallarate-Milano fra le prime tratte “liberalizzate”

Parte la liberalizzazione dei servizi ferroviari in Lombardia, che dovrebbe completarsi entro il 2006 sull'intera rete. La preoccupazione dei sindacati: «Qualità del servizio e occupazione condizioni imprescindibili»

Saranno i pendolari della tratta Gallarate-Milano ad essere fra i primi a provare la qualità della privatizzazione in campo ferroviario. La giunta regionale ha infatti approvato i bandi delle prime tre gare che apriranno la liberalizzazione delle reti ferroviarie alla Lombardia. Questo sta ad indicare che a breve – si parla del 2006 – l’intera rete ferroviaria della regione potrà essere gestita anche da operatori stranieri, qualora riuscissero a soddisfare i criteri contenuti nei bandi stessi. E tra le tre linee a sperimentare la privatizzazione figura proprio la Varese-Gallarate-Milano Passante-Pioltello, che sarà oggetto di privatizzazione con ogni probabilità entro la fine dell’anno. Una privatizzazione sperimentale, fanno sapere dal Pirellone, che riguarderà anche la Milano-Molteno-Lecco e Como-Lecco oltre alla Brescia-Iseo-Edolo. «La Regione – spiega l’assessore alle Infrastrutture Massimo Corsaro – conferma la volontà di attuare la liberalizzazione del trasporto pubblico locale, aprendo al mercato un settore nel quale fino ad oggi è mancata una effettiva competizione. Termina così l’attuale assetto di sostanziale monopolio dei servizi ferroviari, che sicuramente ha contribuito a generare il difficile stato in cui si trova in Italia il trasporto ferroviario». Nei bandi di gara la Regione ha indicato la necessità di garantire un netto miglioramento rispetto alla situazione attuale, prevedendo un incremento del servizio del 20%, e addirittura del 35% per il Passante di Milano e un progressivo rinnovamento di tutto il materiale rotabile. Il servizio richiesto nel bando per la Gallarate-Milano prevede un treno ogni mezz’ora per Gallarate e uno ogni ora per Varese con una intensificazione nelle ore di punta. E’ inoltre previsto il prolungamento delle corse a Treviglio, una volta completato il quadruplicamento dei binari. Inoltre la Regione acquisterà 15 nuovi convogli per un costo preventivato di 108 milioni di euro.

Formule che dovrebbero mantenere inalterato lo standard qualitativo dei servizi, insomma, ma che già da ora destano preoccupazione nel mondo sindacale.
Secondo Franco Fedele, della segreteria regionale della Filt-Cigil, «Esiste il rischio di duplicare il fiasco delle gare sul trasporto pubblico locale dei mesi scorsi, dove tra l’altro, oltre a non migliorare il servizio, non si sono notati i promessi risparmi. Spero che questa situazione non si ripeta anche per i treni: un comparto dove oltre all’efficienza gli utenti chiedono sicurezza. Il sindacato in questo è fermo nel non voler cedere terreno su due questioni: garantire l’occupazione anche in fase di eventuale cambio d’appalto, col mantenimento delle clausole sociali e contrattuali per gli occupati, e aumentare la qualità del servizio. Elementi che spesso vanno in contrasto con la politica degli appalti “al ribasso”».
Dello stesso avviso anche Flavio Nossa, della segreteria Cgil della provincia di Varese. «La miglior funzionalità del sistema ferroviario la si avrà solo con il potenziamento delle infrastrutture e non con la liberalizzazione. Il Varesotto è l’area più industrializzata a livello europeo dopo la Sassonia: per rilanciare la zona di Malpensa il governo D’Alema stanziò cinque anni fa 5.000 miliardi delle vecchie lire che oggi non sono ancora stati spesi. Sarei curioso di sapere dove questi fondi sono finiti e perchè la regione si ostina a voler puntare sulla liberalizzazione quando potrebbe progettare infrastrutture disponendo di risorse per realizzarle»

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Pubblicato il 31 Marzo 2004
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