La polizia locale a caccia di “finti matrimoni”
A febbraio le indagini hanno portato a scoprire alcuni casi di unione contratte solo per ottenere un permesso di soggiorno
Chissà se tra i sette casi di matrimonio fittizio, scoperti a febbraio dalla polizia locale di Varese, si nasconde un’altra Rosa Luxemburg. Anche la profetessa del movimento operaio, ebrea nata poverissima, sofferente di sciatica, contrasse un’unione fasulla per ottenere la cittadinanza tedesca. Era fuggita dal paese natale per evitare l’arresto. E in Germania, grazie al permesso ottenuto, poté svolgere, non senza vere reclusioni, la sua attività indefessa fino ad essere assassinata.
Era circa un secolo fa. Prima di lei anche Sofja Kovalevskaja, prima donna a laurearsi in matematica dal Rinascimento, diciottenne sfruttò un matrimonio fittizio per recarsi ad Heidelberg e poter approfondire i suoi amati studi.
Scrittrici, rivoluzionarie, femministe. Il capitolo del matrimonio fittizio, contratto "unicamente allo scopo di eludere le norme relative all’ingresso e al soggiorno e di ottenere per il cittadino del paese terzo un permesso o un titolo di soggiorno", come recita la burocrazia, è ricco di spunti interessanti e di vicende spesso fuori dal comune.
È quasi un peccato che figuri adesso quasi solo un corollario di derive malavitose legate agli extracomunitari o come mera contabilità di un registro di polizia.
Quella locale di Varese, anche il mese scorso, si è dimostrata attiva. In collaborazione con la Questura ha infatti eseguito numerosi controlli: diversi i casi scoperti di matrimoni fittizi, emerse 7 situazioni di falsa residenza.
Va ricordato che l’attività di controllo in questo settore, stabilita da una risoluzione europea del dicembre 1997, non prevede l’introduzione di controlli sistematici su tutti i matrimoni con cittadini di paesi terzi, ma solo approfondimenti qualora vi siano sospetti fondati. Vale a dire, il più delle volte, su qualche segnalazione o delazione di un vicino che non vede consumarsi la convivenza tra i due coniugi; oppure, che scopre i due parlarsi con lingue incomprensibili tra loro;o, ancora, pare succeda, che si scopra che i due non si sono mai visti prima del fatidico si.
Qualche tempo fa, in palazzo Estense, è andato in onda un matrimonio sui generis: lei avvenente brasiliana giovanissima, fasciata di pelle rossa. Lui, 92enne, costretto a stare seduto, dal peso degli anni, degli acciacchi o forse, chissà, dal peso di autentiche emozioni sopite.
Situazione tipica, la più pronta a sospetti e a maldicenze.
A Livorno, a gennaio, un ufficiale della Ps ha interrotto sul più bello la cerimonia matrimoniale tra un cinquantenne invalido, con problemi psichici e una procace nigeriana.
Secondo l’autorità l’uomo è vittima di un raggiro, forse di una vera e propria organizzazione criminale specializzata non in droga ma in altri commerci.
Ben venga dunque la polizia locale che tuteli poveri raggirati magari facendo perno su sentimenti autentici; ma speriamo che tra le vittime di questo passo, figlio in ogni caso della porca speranza disperata, non sia tra noi un’altra possibile Rosa Luxemburg sacrificata sull’altare del sospetto e della "regolarità".
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