Consorzi idrici, la Provincia “taglia” gli stipendi
Previsto un risparmio di 500mila euro sulle indennità dei membri dei cda. Presto la trasformazione in Spa
Villa Recalcati riduce di due terzi gli stipendi dei consorzi per la salvaguardia delle acque. La scure non si abbatte però sugli amministrativi, ma sui politici, ovvero i membri dei consigli di amministrazione .
Lo ha deciso la giunta provinciale, nell’ambito di un piano di trasformazione degli enti che porterà i sei consorzi a divenire società di capitali. Nel frattempo, il primo passo, voluto dal presidente Marco Reguzzoni, è stato proprio quello di ridurre i costi.
La delibera che trasforma i sei consorzi in spa prevede dunque che i presidenti abbiano un’indennità di carica non superiore a quella attuale e commisurata alle effettive responsabilità e impegni, ma soprattutto che ai consiglieri vada solo un gettone di presenza a seduta, uguale a quello dei consiglieri provinciali, circa 100 euro a seduta.
L’opera di risparmio è completata con la costituzione di un’unica struttura amministrativa provinciale al servizio delle sei future spa.
Attualmente la Provincia partecipa al 30% tutti i consorzi; da oggi la sua adesione a questa quota di capitale è subordinata alle tre condizioni sopra elencate, una sorta di operazione risparmio, a cui il presidente Reguzzoni vuole dare un preciso significato etico. «E’ immorale che si prendano cifre più alte dello stipendio medio di un operaio per partecipare ai consigli di amministrazione – dice – abbiamo voluto dare un segnale ponendo l’accento sull’efficienza, il pragmatismo, la legalità e la moralità».
Il taglio delle indennità è stato quantificato in 500mila euro, circa due terzi di quanto oggi speso, ovvero 650mila euro. Soldi che, ha detto il vicepresidente Giorgio De Wolf, saranno reinvestiti in opere ambientali e di tutela del territorio.
La giunta provinciale ha anche reso nota una tabella con tutti i costi dei sei consorzi, da cui emerge che gli amministratori più pagati, sono quelli del Consorzio Arno, Rile e Tenore (222mila euro all’anno), seguono quelli del Bozzente (120mila euro), Olona (103mila), Lago di Varese (92mila), Verbano (73mila), Valmartina (38mila). Il totale dei costi sostenuti dall’ente pubblico, e quindi da tutti i cittadini, è di 2.192.730 euro.
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