«Ho visto l’assassino lavare il sangue dal balcone»

Drammatiche le testimonianze raccolte sul luogo sull'orrendo delitto di Busto

«Più o meno alle 7.45 abbiamo sentito un grido, ma non era una cosa riconoscibile, pareva il verso di un animale, forse l’abbaiare di un cane. Mia moglie è uscita sul balcone e ha visto sul balcone dell’appartamento dell’assassino impronte di mani insanguinate, così mi ha chiamato. 
Poco dopo ho visto l’uomo ripulire il sangue dal balcone con straccio e spazzolone. Poi è uscito, tranquillo, con la macchina, una sigaretta fra le labbra». 
Questa la concisa e impressionante testimonianza di un inquilino dello stabile dove Roberto Guaia, 41 anni, ha commesso questa mattina il duplice omicidio dei suoi figli. 
Tra la piccola folla presente di fronte al palazzo di via Monti, 6, giusto dirimpetto alla Stazione Nord di Busto Arsizio, c’è anche un adolescente che ha assistito in prima persona all’arresto del Guaia, nella basilica di San Giovanni. «Era in chiesa, era venuto a confessarsi. L’ho visto, l’hanno arrestato sotto i mie occhi». 

«Non posso dire che non fosse normale» dice una signora del palazzo, «forse ispirava un po’ di diffidenza, appariva introverso, è tutto quello che si può dire. Sa, i soliti pettegolezzi di condominio». Altri condomini, invece, dalle finestre protestano, minacciano, insultano la piccola folla di giornalisti, operatori e curiosi. Il custode della basilica di San Giovanni, dove l’assassino è stato arrestato, è laconico: «Era vicino al confessionale, l’hanno preso e trascinato via». Il parroco si era già reso irreperibile per sfuggire all’assedio dei giornalisti.

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Pubblicato il 08 Aprile 2004
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