Il centro di aggregazione giovanile chiude bottega
Fine di una esperienza decennale. Ma la decisione della giunta suscita polemiche
Troppi pochi i ragazzi del centro di aggregazione giovanile per proseguire l’esperienza. Lo ha deciso la giunta, che ad agosto, dopo anni di collaborazione, non rinnoverà più l’appalto alle cooperative che gestiscono il servizio. Proseguirà invece il progetto di educativa di strada StreetG.
Il Cag di Madonna in campagna è gestito da una associazione temporanea di impresa, formata da due cooperative: Logos e Naturart. Impegna tre educatori più un coordinatore e nel 2003 ha totalizzato 66 iscritti, ragazzini della fascia di età 12-14 anni.
La decisione di chiudere baracca la spiega l’assessore ai servizi sociali Roberto Bongini: «Il servizio, negli ultimi anni, è andato a esaurirsi – dice – e i ragazzi sono sempre di meno, forse perché attratti più dall’oratorio. Ci è sembrato non valesse più la pena continuare. Sposteremo i finanziamenti verso i ricoveri per anziani e il collocamento giovanile».
La diminuzione di utenza è reale: i dati dell’assessorato parlano di una media giornaliera di ragazzi tra i 10 e i 30, mentre la struttura sarebbe portata ad accoglierne 32. Le relazioni tecniche presentate dall’assessorato evidenziavano una flessione, ma anche la possibilità di continuare l’esperienza, in virtù del suo carattere preventivo, magari innalzando la fascia di età.
Il bisogno di aggregazione è infatti molto forte anche e soprattutto tra i 14 e i 18 anni: aprire il centro a ragazzi più grandi avrebbe probabilmente garantito la prosecuzione di un’esperienza di prevenzione al disagio che Gallarate aveva intrapreso, in anticipo sui tempi, fin dai primi anni Novanta.
Se invece il problema sono i costi, bisogna ricordare che il Cag prevedeva un impegno di spesa di 100mila e 400 euro per il 2003, anche se a consuntivo, secondo l’assessore Bongini, il costo reale si sarebbe aggirato intorno ai 40mila euro. Troppi? Soldi spesi male in relazione al servizio offerto? Massimo Ramerino, rappresentante legale delle due cooperative, è convinto di no: «Il nostro lavoro è stato svolto nel modo migliore, di questo sono certo» dice senza aggiungere ulteriori commenti. La fine del centro di aggregazione giovanile ha però acceso un dibattito. L’Ulivo ha presentato un’interrogazione ricordando che il consiglio ha approvato un apposito capitolo di spesa (numero 39650) che impegna la giunta a proseguire l’attività. Il centrosinistra sostiene anche la soluzione dell’innalzamento dell’età del servizio, per recuperare gli utenti persi.
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