Immigrati in Lombardia, tutte le cifre in uno studio
Varese si conferma una provincia a forte presenza di stranieri
Immigrati in aumento in Lombardia, lo dice una ricerca aggiornata al 31 luglio 2003. Calano gli irregolari e i disoccupati. Il nucleo più consistente è rappresentato dagli est europei: Milano ovviamente la città con più stranieri, ma la Provincia di Varese, con 40mila presenze, è al quarto posto dopo Bergamo e Brescia.
Quanti sono gli immigrati
Tra i 550-570.000, 90.000 in più (+19%) rispetto al 1° gennaio 2003. Il numero degli irregolari è compreso fra un minimo di 52.000 e un massimo di 71.000 (nel 2001 era stato valutato fra i 110 e i 180.000). Il nucleo più consistente è rappresentato dagli est europei (145-150.000), che superano asiatici e nordafricani mediterranei.
Dove vivono
Un terzo a Milano (200.000); se si considera anche la provincia la percentuale sale al 53% (per un totale di 290-300.000 unità); più contenuta la presenza nelle province di Brescia (quasi 75.000), Bergamo (50.000), Varese (poco più di 40.000). Valori superiori alle 20.000 unità nelle province di Mantova e Como, mentre si scende a 17-18.000 unità in quelle di Cremona e Pavia, a 14.000 a Lecco, 11.000 a Lodi e poco più di 3.000 in provincia di Sondrio.
Da dove arrivano
Il 2003 segna il sorpasso degli est europei, che con 145-150.000 presenze (circa 35.000 in più rispetto al 2002) si rivelano come il gruppo più rappresentato. Al secondo posto gli asiatici (130-135.000) e al terzo i nordafricani dei paesi del Mediterraneo (128-133.000). Al quarto posto si collocano i latino-americani (80-85.000 presenze, con un incremento di 25.000 rispetto al 2002), mentre in fondo alla graduatoria troviamo gli altri africani (60-65.000, solo 2-3000 in più rispetto al 2002).
Nazionalità di provenienza
Al 1° luglio 2003, in Lombardia, si trovano 71.000 marocchini (8.000 in più rispetto al 2002), 50.000 albanesi (+3.000), 40.000 egiziani (+5.000), 35.000 filippini(+3.000), 28.000 cinesi (+5.000), 26.000 peruviani (+5.000) e 24.000 senegalesi (+3.000).
Una considerazione a parte per rumeni (37.000, 17.000 in più rispetto al 1.1.2002), ecuadoregni (24.000, + 16.000) e ucraini (16.000, +14.000) sia per l’intensità di presenza sul territorio regionale sia, soprattutto, per la fortissima crescita che li ha caratterizzati.
Seguono cinque nazionalità con 10-20.000 presenze (Sri Lanka, India, Tunisia, Pakistan e Jugoslavia) e altrettante con 5-10.000 presenze (Brasile, Ghana, Bangladesh, Nigeria e Bulgaria).
Quanti sono gli irregolari e da dove provengono
Si può ritenere che l’irregolarità in Lombardia sia scesa a livelli quasi fisiologici, con un tasso medio del 10-12% e punte minime di poco superiori al 5% in talune province. Al primo posto la provincia di Milano (con 36-44.000 presenze illegali, di cui il 65-70% a Milano), seguita da quella di Brescia (con 5-8.000 casi), da quella di Bergamo (3-5.000) e Varese (2-3.000). Ad alimentare le fila dell’irregolarità, anche nel 2003, è la componente est europea (16-22.000 casi), seguita da nordafricani (11-15.000), asiatici (10-14.000), latino-americani (10-13.000) e africani (5-8000).
Nel dettaglio dei singoli Paesi, il primato lombardo del fenomeno degli irregolari non è più detenuto dagli albanesi, bensì dai marocchini (7.000 casi), seguiti dai rumeni (6.000), dagli albanesi (5.000) e dagli egiziani (4.000).
Nelle province
Gli albanesi hanno mantenuto il primato nelle province di Pavia e Lodi, mentre hanno sostituito i marocchini in provincia di Sondrio. Questi ultimi sono passati al vertice a Varese, Como, Brescia e Cremona (in condivisione con gli indiani), confermandosi al primo posto anche a Bergamo, Mantova e Lecco.
La provincia di Milano si distingue, oltre che per l’intensità dell’irregolarità, che è più alta che altrove, per essere l’unica eccezione rispetto alla generalizzata superiorità del binomio Albania-Marocco. Nell’insieme dei Comuni esterni al capoluogo in posizione dominante troviamo i rumeni, mentre nel Comune di Milano i peruviani (peraltro incalzati dagli ecuadoregni) hanno tolto il primato agli egiziani.
Istruzione
Il 10% di immigrati non ha conseguito alcun titolo di studio, mentre il 38% degli intervistati ha dichiarato di non aver ottenuto alcun riconoscimento del percorso scolastico svolto in patria e certificato (che nella metà dei casi si è concluso almeno con un diploma di maturità).
Occupazione
La disoccupazione è diminuita (ora al 12%), come probabile conseguenza dei primi effetti della regolarizzazione. Si rafforza inoltre in modo sensibile il segmento dell’occupazione regolare che, sommando lavoratori dipendenti, parasubordinati e autonomi, raggiunge quota 60,4.
Tra i titolari di carta di soggiorno, soltanto uno sparuto 1,7% è disoccupato. La maggioranza dei disoccupati, pari al 48,6%, è infatti costituita da coloro che non hanno mai posseduto un permesso di soggiorno. Si tratta dunque di soggetti che sono entrati in Italia clandestinamente, oppure in base a false dichiarazioni.
Chi sono i disoccupati
Fatto 100 il numero complessivo dei disoccupati, i maschi marocchini coprano da soli l’11,6% della disoccupazione complessiva. Tra le donne spicca il dato delle peruviane che rappresentano da sole il 6,6% della disoccupazione immigrata in Lombardia.
I dati sono stati resi noti al convegno "Immigrati in Lombardia", promosso dall’assessorato regionale alla Famiglia e Solidarietà Sociale e dall’ISMU (Iniziative e Studi sulla Multietnicità) per conto dell’Osservatorio regionale sull’integrazione e la multietnicità.
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