«Non mangia e non beve. È ancora sotto shock»

L'avvocato difensore ha incontrato Roberto Guaia, l'uomo che la settimana scorsa ha ucciso a coltellate i due figli

«Non mangia e non beve. Si trova in uno stato fisico deficitario». L’avvocato difensore Sergio Bernocchi si è recato ieri nel carcere di Busto Arsizio per incontrare Roberto Guaia, l’uomo accusato di aver ucciso a coltellate i due figli. L’omicidio è avvenuto esattamente una settimana fa e da allora l’uomo ha già confessato di aver commesso il fatto, ma le indagini stanno proseguendo comunque per capire se vi possa essere stata anche una premeditazione nel delitto.  

Intanto Guaia si trova in isolamento nel carcere di Busto Arsizio. «È guardato a vista – spiega l’avvocato – perché si teme possa compiere un gesto inconsulto. Non sono molti i momenti in cui è lucido, in quanto è tenuto sotto sedativi e tranquillanti. Non mangia e non beve non perchè non voglia, ma perchè dice di non sentirne la necessità. Ogni tanto, poi, dice che si sveglia alla mattina e chiama la figlia. Probabilmente ha qualche momento di pseudolucidità in cui non si rende ancora ben conto di quanto accaduto».

Sull’ipotesi delle premeditazione, secondo l’avvocato è giusto che vengano fatte indagini, il fatto che il Guaia abbia pulito tutto dopo aver ucciso i figli può far sembrare fosse lucido in quel momento. Ma a deciderlo sarà solo la perizia psichiatrica. 
Nella giornata di sabato sarà affidato l’incarico di svolgere una perizia psichiatrica e criminologia all’esperto saronnese Massimo Picozzi, lo stesso che lavorò sul caso del delitto di Cogne.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Aprile 2004
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