Pace & Solidarietà: «Accuse deliranti contro l’imam»
«E' in atto una criminalizzazione degli islamici»
Riceviamo e pubblichiamo
In questi giorni dai mezzi di comunicazione abbiamo appreso di un presunto provvedimento di espulsione nei confronti dell’imam di Gallarate, Mohamed El Mahfoudi. Questa notizia, giunta in contemporanea con l’operazione antiterrorismo condotta in tutta Italia dal Ministero degli Interni contro decine di immigrati, ha dato nuova esca alle posizioni di quanti sono da sempre pregiudizialmente avversi al dialogo con la comunità islamica gallaratese.
Come premessa per ristabilire la realtà dei fatti, la stessa questura di Varese ha precisato che non esiste nessun provvedimento di espulsione, ma soltanto un procedimento di verifica della carta di soggiorno, legato a una condanna in primo grado, con condizionale, per concorso esterno non partecipante a illeciti connessi con l’immigrazione clandestina.
Il Coordinamento Pace e Solidarietà di Gallarate condanna la criminalizzazione operata da alcuni mezzi di informazione locali e nazionali, che non hanno ritenuto di dover approfondire gli aspetti giuridici della vicenda, e hanno preferito invece "sbattere il mostro in prima pagina", dimenticando che l’imam è stato prosciolto dalla magistratura dalle accuse di terrorismo e screditando una persona che ha sempre affermato la propria opposizione alla logica del terrorismo.
D’altro canto, più in generale, auspichiamo che le autorità di polizia e il Ministero degli Interni non prendano provvedimenti lesivi dello stato di diritto e delle garanzie e diritti individuali previsti dalla Costituzione come pare possa essere avvenuto con l’ultima operazione antiterrorismo: una politica di "espulsioni preventive" basata su ipotesi non verificabili non solo lede i principi dello stato di diritto ma può pregiudicare l’efficacia di una reale azione preventiva e di indagine e non garantisce quindi la sicurezza dei cittadini.
Constatiamo inoltre con preoccupazione che le vicende giuridiche individuali ed il drammatico contesto internazionale vengono costantemente strumentalizzati da forze politiche che fanno del pregiudizio contro la comunità musulmana e gli immigrati in genere il loro esclusivo cavallo di battaglia.
A questo proposito, le ultime, deliranti dichiarazioni della Lega Nord confermano quanto sia necessario che il Coordinamento Pace e Solidarietà e tutte le forze democratiche di questa città rinnovino il loro impegno a favore del dialogo e di una costruttiva convivenza tra religioni e culture diverse, che compongono la cittadinanza gallaratese.
La campagna condotta dalla Lega Nord rivela un’incultura, un’arroganza e un’assenza di senso democratico, che fortunatamente appaiono estranei alla maggioranza dei cittadini di Gallarate. La cittadinanza ha infatti accolto positivamente l’invito al dialogo lanciato nelle iniziative condotte in questi mesi e non sarà certo la "guerra santa" scatenata dal segretario della Lega a sminuire le forza del messaggio trasmesso anche dalle parole di esponenti del mondo della cultura del calibro di Moni Ovadia.
Comunque, in attesa del "foglio di via" annunciato dall’autoproclamato "presidente della padania", sig. Matteo Ciampoli, invitiamo questo partito ad approfondire lo studio della Costituzione e della democrazia che reggono tuttora l’ordinamento dello Stato italiano di cui, volenti o nolenti, anch’essi fanno parte.
Nuovamente, infine, facciamo appello a quanti, nell’Amministrazione comunale di Gallarate, sono animati da una seria volontà di trovare una soluzione alla questione del centro di preghiera islamico di Gallarate. Ormai da troppo tempo la comunità musulmana e tutti i cittadini gallaratesi attendono concreti sviluppi affinché un luogo di culto e di socialità, che può convivere serenamente e positivamente con le altre realtà culturali e religiose, possa trovare una sede stabile e legale, nella nostra città.
Sappiamo bene che questa soluzione non può nascere dall’attendismo o da ultimatum a senso unico, ma solo da un attivo intervento dell’Amministrazione condotto in accordo con i rappresentanti della comunità musulmana. Non lasciamo, quindi, che la basi costruite in questi mesi per il dialogo vengano nuovamente cancellate da tensioni e campagne propagandistiche; coltivando il sogno che Gallarate possa diventare, per una volta, simbolo ed esempio di una convivenza multietnica e di una democrazia costruite con il contributo di tutti.
Coordinamento Pace & Solidarietà
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