Pedemontana: associazioni e politici contestano il progetto

Il Rione Sud dice no al progetto della Pedemontana

La Pedemontana continua a tenere banco a Cassano Magnago, dimostrandosi una fonte inesauribile di dibattito urbanistico, e rendendo ferventi ambientalisti anche i più insospettabili cittadini.
Ne è stata dimostrazione l’assemblea tenutasi presso il Centro San Pietro di via San Pio X, promosso da ACLI, ANPI, Legambiente, Comitato Rione Sud, Comitato Rifiutiamoci, Giovani Comunisti, Ulivo per Cassano Magnago, il Germoglio, Rifondazione Comunista e Italia dei Valori. Esponenti della maggioranza erano stati invitati, ma non si sono fatti vedere.

Dapprima è stato mostrato un filmato che documentava la zona che interessata dal progetto sul territorio cassanese: la zona di spagliamento del Rile e del Tenore, il rione Sud, le boscaglie verso Fagnano; poi è stato il momento dei relatori. Gli interventi sono stati numerosi, e non è possibile riportarli tutti per ragioni di spazio: ce ne scusiamo con i lettori.

Emilio Magni di Legambiente Gallarate ha riproposto la sua denuncia dei veri fini delle opere previste nella zona, oltre a criticare la prevista diga a monte dell’HUPAC, che ridurrà l’area di spagliamento, e la recente costruzione di un distributore di benzina sulla superstrada della Malpensa in piena area di allagamento.
"La legge obiettivo 43/2001, la famosa legge Lunardi, che scavalca completamente gli enti locali nei processi decisionali, prevede qualcosa come 270 opere prioritarie da una capo all’altro d’Italia. Grazie al Cielo ci sono sì e no i soldi per un 10% di quei lavori" ha concluso Magni.

Luca Radice della Margherita ha esposto il costante pericolo di inondazioni che grava sulla zona dove si vorrebbe realizzare lo svincolo Pedemontana-Autolaghi. E’ vero che la Pedemontana correrebbe su un viadotto alto almeno una dozzina di metri; ma i problemi idraulici di Cassano iniziano a monte dell’abitato dove, ha denunciato Radice, le vasche di laminazione, costruite solo sul Rile e non anche sul Tenore, non vengono mantenute a dovere.
"Perché il Comune ha avallato la Pedemontana senza consultare i cittadini? E perché il governo italiano da tre anni non recepisce la direttiva europea che prevede la Valutazione Ambientale Strategica?" si è chiesto invece Giuseppe Di Nanno, di Rifondazione Comunista, portando ad esempio il caso di Gorla Minore, dove una giunta dello stesso segno politico di centro-destra ha coinvolto la cittadinanza con riunioni ed assemblee sul tema.

"Ma quando mai la minoranza deve svolgere il compito della Giunta e informare i cittadini?" ha rincarato Renato Pagnan del Germoglio, lamentando l’assenza degli esponenti del governo della città. "Non sappiamo più vivere" ha proseguito Pagnan, "tempo e distanza sono fattori che si vuole annullare, siamo sempre di corsa. Chissà perché, poi, una ferrovia è sempre un costo, un’autostrada invece no." Contestata anche la pericolosità dello stoccaggio di materiali all’HUPAC, che si prolunga regolarmente ben oltre le 48 ore consentite. 
Adolfo Guzzetti, Italia dei Valori, ha mostrato nel dettaglio il progetto ai cittadini presenti: "Per finanziare la Pedemontana aumenterà il pedaggio dell’Autolaghi, così ancora più gente uscirà a Busto e a Cavaria per non pagare, soffocando Cassano e Gallarate. In più i piloni della nuova SS341 subito oltre l’Autolaghi saranno piantati nei vasconi di spagliamento del Tenore, già insufficienti".
Sergio Luoni di Legambiente Cassano ha esposto la questione della biodoversità, intesa come concetto dell’interdipendenza delle specie (inclusa quella umana), da difendersi mantenendo un habitat ragionevolmente integro e, soprattutto, continuo. "Il concetto di sviluppo sostenibile è abusato, spesso in malafede, dalle amministrazioni locali". Anche la prevista area di servizio di Gorla distruggerà uno dei pochi boschi rimasti, tagliando l’importantissimo corridoio ecologico nord-sud che collega la zona di Lainate con l’alto Varesotto.

Maurizio Toniato delle ACLI, infine, ha denunciato come nel progetto della Pedemontana si sia volutamente evitato l’allacciamento diretto con la superstrada della Malpensa al casello di Busto Arsizio per non dover passare sul campo da golf e sulla Caserma "Mara" di Solbiate.
Gli interventi a chiusura del dibattito hanno comunque messo in luce l’insofferenza generalizzata per un sistema in cui decisioni fondamentali piovono dall’alto senza curarsi della volontà dei cittadini.


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Pubblicato il 24 Aprile 2004
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