Caso Bellora, la Fondazione al sindaco: «Riapriamo il dialogo»

Carlo Bellora chiede che le nomine del cda fatte dal primo cittadino vengano discusse insieme senza chiusure

La Fondazione Bellora, l’organismo che gestisce la casa di riposo, è ancora nell’occhio del ciclone per lo scontro tra la famiglia Bellora, fondatrice del ricovero, e il sindaco Nicola Mucci. 
La famiglia accusa il primo cittadino di aver nominato i componenti del cda senza aver cercato un accordo sui nomi.
Il sindaco rivendica la facoltà di decidere a sua volta in piena autonomia le nomine. Nell’ultimo consiglio comunale ha contestato la scelta dei Bellora di rendere pubblico il loro dissenso accusandoli di esser stati strumentalizzati politicamente. 
Il caso è tuttora aperto e si cerca una soluzione. Alcuni esponenti dei partiti di maggioranza hanno chiesto al sindaco e alla famiglia un passo indietro, e un ritorno del dialogo. Con questa lettera, che pubblichiamo integralmente, la famiglia Bellora dichiara di accogliere l’invito. 

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La Famiglia Bellora da sempre è stata scevra da collegamenti con le forze politiche locali e – per riprendere un frase detta dal sindaco e ripetuta varie volte negli articoli letti questa settimana sulla stampa – non c’è nessuno che arma la penna della famiglia Bellora. E’ la famiglia che vuole salvaguardare – da sola – il proprio buon nome e la bontà del lavoro svolto in questi settantaquattro anni di fattiva collaborazione con tutte le amministrazioni comunali e con tutti sindaci che si sono succeduti, di qualsiasi partito fossero.

Fin dall’inaugurazione della casa di riposo, avvenuta nel 1929 mio nonno – il Commendator Carlo Bellora, di cui porto orgogliosamente nome e cognome – non si fece strumentalizzare nemmeno dal podestà e fece benedire la casa di riposo chiamando il parroco alla spicciolata, evitando qualsiasi coinvolgimento politico.

E proprio del Prevosto hanno trattato i rappresentanti della Famiglia Bellora con il Sindaco attuale, Dott. Nicola Mucci, perché è volontà della famiglia inserire nell’eligendo C.d.A. una persona che rappresenti la città e sia libera da qualsiasi influenza partitica. Cosa che è avvenuta anche nel Consiglio di Amministrazione della Casa di Riposo "Molina" di Varese, struttura prestigiosa e importante per la cittadinanza di Varese.

E’ forse necessario chiarire per quale motivo le nomine del C.d.A. hanno una così grande importanza per noi.

Il Consiglio di Amministrazione non è solo un Organo di Controllo sulla gestione amministrativa (controllo effettuato comunque dal Revisore dei Conti previsto per Legge nello Statuto delle Fondazioni), ma è soprattutto l’Organismo che stabilisce le linee d’indirizzo programmatico dell’Istituzione.

È impensabile che tale indirizzo debba mutare ad ogni cambiamento di Amministrazione Comunale, se così fosse stato in passato non si sarebbe mai arrivati a quella crescita di qualità ed ai progetti a lungo termine che oggi stanno per essere avviati.

L’oggetto del contendere è tutto qui. E non ci sono considerazioni su mogli o fidanzate che tengano, né – tantomeno – su professionisti che collaborano attualmente alla Casa di Riposo (avessimo Renzo Piano, utilizzeremmo lui!).

Tralascio il modo con il quale i responsabili della Famiglia sono stati ascoltati, forse, in futuro si potrebbero organizzare dei corsi di bon ton e di "educazione all’ascolto". E tralascio anche di riferire con troppo dettaglio dei modi con i quali sono stati "avvicinati segretamente" alcuni membri della famiglia. Infine, tralascio sulla "dietrologia politica" di cui ho letto recentemente proprio su queste pagine.

E’ chiaro che un atteggiamento di questo tenore a stento possa venir tollerato dalla mia Famiglia che – nel caso questi spiacevoli malintesi dovessero proseguire – si farà valere nelle sedi più opportune.

I Bellora continueranno ad occuparsi da volontari, come hanno sempre fatto, degli anziani della Casa di Riposo.

Lasciano ad altri le questioni di potere perché sanno di essere stimati dai "vecchioni", dal personale della casa e dai parenti degli assistiti. Alla faccia di chi ha scritto che "gli ospiti della casa di riposo siano ignari della manovre di potere che stanno avvenendo sopra le loro teste": i parenti degli ospiti sono così pieni di autonomo spirito critico da aver costituito "motu proprio" un comitato di sostegno alla Famiglia.

Lasciano a maggioranza e opposizione politica le loro beghe su cavilli legulei, su questioni morali, mogli, fidanzate, segretarie e quant’altro. La Famiglia è invece ancora disponibile al dialogo con le Istituzioni preposte perché, da come intendo io la politica, questa è soprattutto l’arte del confronto e della mediazione.

Carlo Bellora

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Maggio 2004
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