La fuoriserie politica di Palazzo Estense ha le ruote lisce e lo scappamento che sfiata. Solo settimana scorsa aveva tagliato il traguardo sul carcere, all’ultimo giro disponibile, nel cuore della notte e sotto le accuse dell’opposizione. Ieri sera il team di Fumagalli non si è neanche mosso dal box: assenza prevista dei quattro dissidenti di Forza Italia, assenza prevista del sindaco e del consigliere Terzaghi, mancanza di numero legale, seduta sospesa. Pessimo il bilancio di maggio della giunta Fumagalli: una variante di grande impatto per la città, passata quasi senza dibattito, per il rotto della cuffia, con una maggioranza risicata e ieri assemblea paralizzata da rivendicazioni politiche o personali di un gruppo di dissidenti. Se non è crisi aperta, è qualcosa che ci va molto vicino. L’opposizione ha buon gioco. Osserva, guarda al regalo che che i "carbonari" Morlotti, Agrifoglio, Valvano e Bregonzio involontariamente le fanno e se la ride. «Non siamo qui a fare da stampella a questa maggioranza che non esiste più; non siamo qui a garantire il numero legale per discutere di argomenti sui quali non siamo d’accordo». È il consigliere Zappoli di Rifondazione a mettere il dito nella piaga, il primo a rendersi conto che i numeri non ci sono proprio. Si alza, seguito da tutta l’opposizione. Il presidente Ghiringhelli non può fare altro che contare: all’appello mancano in quel momento anche due consiglieri di An, non si sa per per caso o per calcolo. In aula sono solo 17, seduta sospesa, tutto rinviato. Si doveva discutere tra le altre cose della variante al piano regolatore sull’area, attualmente adibita a parcheggio, tra via Sempione, via Benedetto Marcello e via Staurenghi: un’area di mq 4700, precedentemente destinata ad accogliere gli uffici tecnici del comune e ora inserita nel piano di alienazione per l’anno 2004. Il progetto solo illustrato dall’assessore Motta, prevede la costruzione di edifici destinati a residenze ed attività commerciali e un parcheggio interrato per 150 posti auto. Una variante importante per la giunta Fumagalli: il piano triennale delle opere pubbliche può stare in piedi solo grazie a operazioni di cassa di questo tipo. Il no dell’opposizione poteva essere prevedibile. Non scontato, e a questo punto probabilmente gravido di conseguenze, il blocco d’opposizione di Forza Italia che rischia di ingessare l’attività amministrativa della giunta. Uscendo dal salone l’opposizione ha voluto mandare un segnale forte: «La maggioranza non può più fare finta di nulla, deve prendere atto di una sua crisi interna» sostengono in coro. Dall’altra parte si minimizza e la si butta in filosofia: «Non siamo un partito bulgaro», questa la tesi di fondo «non siamo come i vecchi partiti che, scelta una linea, era quella per sempre e per tutti». Uno sfoggio di glasnost che non convince nessuno. Provare a far parlare qualcuno di Forza Italia sui motivi di una fronda così palese, è difficile: «Motivi di visibilità politica e motivi personali» sostengono un po’ sibillinamente. Saranno anche motivi personali, antipatie di cui la capogruppo Pajetta portava ieri sera segni vistosi – una abbondante fasciatura a reggerle il braccio aggredito dal consigliere Bregonzio -; resta l’evidente l’imbarazzo sottopelle. Difficile pensare ad una maggioranza che appariva blindata sbuffare ed incespicare in questo modo, a venti giorni da una chiamata alle urne. Non un buon segno.
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