L’uomo dell’argine
Lo sceneggiato Rai andrà in onda a settembre
Si sono concluse da qualche settimana le riprese, effettuate fra Milano , Pavia. Mantova e Cremona, de "L’uomo dell’argine", la fiction storica di Rai Tre che rievoca la vita di don Primo Mazzolari, prete scomodo che si oppose al fascismo e fu precursore del pacifismo cristiano, schierandosi al fianco dei poveri e dei deboli.
L’autore e regista Gilberto Squizzato, che si è avvalso soprattutto della testimonianza diretta di Arturo Chiodi per ricostruire la vicenda complessa e avvincente di questo profeta che anticipò anche molte delle riforme del Concilio Vaticano II°, ha già filmato in estate e in autunno gran parte degli episodi di questa fiction in due puntate di 100 minuti. Restano ora tre settimane di riprese ambientate in inverno, nell’ambiente padano, sugli argini del Po, luogo fondamentale dell’azione pastorale e sociale di don Mazzolari.
Anche questo nuovo lavoro storico di Squizzato è, paradossalmente, un "real movie", cioè un film dal vero" (realizzato con una troupe del Centro di Produzione della Rai di Milano) perché anche questa volta l’autore prosegue il suo lavoro di innovazione del linguaggio della fiction televisiva, sia girando nei set reali in cui si svolsero gli avvenimenti narrati, sia immettendo nel racconto i documenti originali dei fatti storici descritti (dalla Prima Guerra Mondiale alla nascita del Fascismo, alle guerra d’Africa, alla Seconda Guerra Mondiale, fino alla Resistenza e alla Liberazione).
Non un semplice documentario dunque, e neppure una fiction realizzata in studio, ma un’inedita forma di racconto cinematografico che colloca il protagonista dentro la realtà stessa della Storia, come essa ci è stata raccontata dagli operatori dei cinegiornali di quel periodo (le immagini di archivio dell’Istituto Luce e di Combat Film).
Nel descrivere la vicenda del prete di Bozzolo che per essere coerente col Vangelo si oppose al totalitarismo del fascismo trionfante rischiando molte la vita senza mai piegarsi alle minacce e alle violenze del regime, Squizzato racconta in questo modo anche trent’anni della storia italiana, vedendola con gli occhi dei contadini della bassa padana, dei poveri, dei deboli, di cui don Primo condivise la vita, le speranze e le sofferenze.
Autentico "uomo dell’argine, non solo perché figlio di contadini del Po, ma soprattutto perché irremovibile baluardo morale contro soprusi e prepotenze di ogni tipo, benché confinato in due piccoli paesi ai margini della Storia, Mazzolari ne fu in realtà protagonista attivo e consapevole, coraggiosamente aperto ai drammi dell’intero continente europeo, diventando così il maestro spirituale di una nuova generazione di giovani che si sarebbero presto impegnati nella Resistenza (due dei suoi discepoli furono torturati e uccisi dai nazifascismi) e, conclusa la guerra di Liberazione, impegnati in politica per la giustizia sociale e per la pace.
Fra i temi "caldi" toccati da questa fiction quello del rapporto di don Mazzolari, stretto fra il dovere di ascoltare la propria coscienza di cristiano e quello di obbedire all’autorità ecclesiatica, che spesso gli intimò il silenzio censurando i suoi libri e la sua predicazione , sia quello del rapporto con i fascisti sconfitti dalla guerra partigiana.
Proprio perché aveva sempre pagato di persona in tempi non sospetti, quando il fascismo trionfava e lo perseguitava, Mazzolari nei giorni della Liberazione potè alzare con forza la voce perché non si versasse "il sangue dei vinti", distinguendo fra le colpe storiche del regime e le debolezze di chi per viltà o per comodo, nella bassa mantovana, lo aveva assecondato. Senza dimenticare o cancellare la storia, solo il perdono, secondo don Primo, avrebbe potuto inaugurare un mondo nuovo, impedendo che i vincitori ripetessero le colpe dei vinti: vendette sommarie e rivalse personali avrebbero reso inutile un ventennio di sofferenze e di resistenza morale alla violenza.
"L’uomo dell’argine" è interpretato da Emanuele Fortunati e da Maurizio Tabani che impersonano le due stagioni di Mazzolari, prima giovane pretino a Cicognara e poi parroco di Bozzolo. Le riprese si snodano in più di un centinaio di set, fra cascine e paesi attestati sulle rive del Po, ma anche nella Milano dell’epoca, con la partecipazione di attori professionisti e di centinaia di figuranti presi dalla vita.
L’uomo dell’argine andrà in onda il 24 e 25 giugno 20:55 alle 23:00 .
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