«La lotta dei sindacalisti bambini è la nostra lotta»

Cgil Cisl Uil e Mani tese appoggiano e sostengono la campagna per i diritti dei minori. La testimonianza di Laura Rubio, costretta a lavorare dall'età di 7 anni

"Lavoro minorile: lui dice basta. E tu?". La didascalia del volantino diffuso nei giorni scorsi accompagna la foto di un ragazzino dai tratti andini che trascina una carriola strapiena e pesantissima, a simboleggiare la vergogna dello sfruttamento dei minori nel mondo. Dal 10 al 12 maggio si è tenuto a Firenze il Congresso Mondiale sul lavoro minorile, che per la prima volta ha visto i bambini parlare in prima persona con una delegazione proveniente da ogni parte del mondo. Dovevano essere in trecento, "ma il Ministero degli Esteri ha messo i bastoni fra le ruote a questo convegno", nelle parole del segreatrio della CISL Ticino-Olona Luigi Maffezzoli, negando la concessione del visto a oltre la metà dei piccoli lavoratori. 
I più di cento bambini e ragazzini arrivati in Italia si sono divisi in gruppi per recarsi a convegni e riunioni organizzati in tutto il Paese. 
Oggi  alle Scuderie Martignoni di Gallarate, al convegno indetto da CGIL-CISL-UIL e Mani Tese  a rappresentare i più deboli fra gli sfruttati era una ragazzina di Bogotà (Colombia), Laura Rubio

"Mi chiamo Laura Rubio, ho tredici anni e lavoro da quando ne avevo sette" ha esordito la piccola colombiana, un visino innocente che fa a pugni con la realtà di orrore metropolitano da cui proviene. "Insieme alla mamma vendo biglietti della lotteria la mattina dalle 6 alle 11,30, poi per fortuna il pomeriggio posso andare a scuola, e la sera aiuto la mamma in casa. Faccio parte di un gruppo di bambini lavoratori in cui ci sono domestici e muratori, ma anche bambini e ragazzi costretti a prostituirsi o spacciare droga. Il mio barrio (quartiere periferico, ndr) è uno dei più degradati di Bogotà; delinquenza e disoccupazione vanno a braccetto. Bambini e ragazzi nel mio gruppo hanno dai 5 ai 22 anni; si insegna loro l’abc dei diritti e si fa loro scuola, in modo che abbiano un domani migliore. Sono qui in Italia insieme agli altri ragazzi che hanno partecipato al Congresso di Firenze contro lo sfruttamento minorile. Devo molto alla CGTD (Confederaciòn General de Trabajadores Democràticos) e alla sua Fondazione "Costruiamo il futuro", che hanno creato progetti specifici per noi bambini e ragazzi lavoratori. Al Congresso abbiamo incontrato esponenti del governo degli Stati Uniti e della Banca Mondiale, cui abbiamo chiesto di spendere meno in armamenti e di finanziare di più i programmi per la salute e l’istruzione nei nostri Paesi. Inoltre abbiamo chiesto che si crei più occupazione per gli adulti, in modo che i bambini non debbano più lavorare". Umberto Colombo, della CGIL: "L’anno scorso la Commissione Provinciale di vigilanza e controllo, che fa capo all’Ispettorato del Lavoro, nel conrso di controlli di routine diretti contro il lavoro nero ha scoperto 50 casi di sfruttamento del lavoro minorile solo in provincia di Varese. Questa è quindi una realtà molto più vicina a noi di quanto non si creda. Come sindacato vogliamo coinvolgere i delegati e le RSU (rappresentanze sindacali untarie, ndr) delle aziende che delocalizzano le produzioni fuori dall’Unione Europea perchè pressino i proprietari affinchè le aziende ottengano un’etichettatura sociale, in modo da garantire l’assenza di lavoro minorile nei loro prodotti. Ad occuparsi di effettuare controlli a sorpresa nelle aziende che vogliono ottenere questa etichettatura sono associazioni indipendenti come la Social Account 8000". 
Leopoldo Tartaglia, del dipartimento internazionale della CGIL: "Il nostro costante impegno contro lo sfruttamento lavorativo dei bambini ci impone anche di contrattare con le grandi multinazionali, le cui filiali locali spesso impiegano, magari in outsourcing presso terzisti, molta manodopera infantile. Ora abbiamo un vero protagonismo dei ragazzini stessi, che chiedono atti di coerenza agli organismi internazionali, notoriamente prodighi di promesse ma avari di fatti concreti. Su tutto, l’istruzione è una chiave fondamentale per debellare la piaga del lavoro minorile. 
Dopo aver ringraziato per il patrocinio la Provincia di Varese ed il Comune di Gallarate (per il quale era presente il vicesindaco Paolo Caravati) ha preso la parola Luigi Maffezzoli, il cui lungo discorso ha preso le mosse dalla denuncia della scomparsa o uccisione di 80 sindacalisti solo l’anno scorso in Colombia, e dei dati sconfortanti secondo cui 246 milioni di bambini nel mondo lavorano in condizioni che vanno in genere da cattive a schiavili. 
"Anche da noi, quanti sono i piccoli schiavi del racket dell’accattonaggio che ci fermano ai semafori?". In un mondo globalizzato come il nostro, a detta di Maffezzoli, le nostre scelte sono determinanti per vincere lo sfruttamento dei minori. 
"Non certo il protezionismo fermerà questo abominio, ma una presa di coscienza degli organismi internazionali del commercio, che non devono dimenticare i diritti umani e sociali; anche perchè il terrorismo nasce dalla rabbia impotente per le ingiustizie quotidiane". I sindacati dei Paesi interessati vanno coinvolti nel controllo effettivo delle aziende, altrimenti anche l’etichettatura sociale resterà un pezzo di carta senza senso.

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Pubblicato il 15 Maggio 2004
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