Martina: «Miogni da ristrutturare, ma all’avanguardia in Lombardia»

L'esponente di Rifondazione visita il carcere e ribadisce la contrarietà alla costruzione della nuova struttura a Bizzozero

Una visita dentro il carcere dei Miogni, non la prima, per verificare una volta di più come si presenta quell’universo rinchiuso che potrebbe a breve trasferirsi a Bizzozero. Per Giovanni Martina, consigliere regionale di Rifondazione Comunista, da sempre oppositore al progetto del nuovo penitenziario, il sopralluogo nella vecchia casa circondariale di via Morandi porta solo conferme: «Non posso che ribadire quanto da sempre sostenuto: questo carcere, al di là delle sue condizioni strutturali che hanno bisogno di interventi, sul piano delle attività, delle relazioni, dell’impegno è all’avanguardia in Lombardia»
Martina ha avuto colloqui con i volontari, l’educatrice, il comandante della struttura; ha constatato le migliorie intercorse, i lavori di pavimentazione e le ridipinture. «L’ambiente sta cambiando positivamente – ribadisce – ed ho avuto l’ulteriore conferma che dei circa 130 detenuti presenti più della metà sono impegnati in attività lavorative e formative. Un dato che non ha eguali nella nostra regione». 
Rifondazione porta fuori dal consiglio comunale la spinosa questione relativa al futuro dei Miogni. Un futuro che, mal di pancia della maggioranza a parte, sembra segnato: intorno  finanziamenti del ministero si è coagulata una maggioranza politica, non del tutto coesa, ma sufficiente almeno fino ad oggi, ad approvare i passi amministrativi che danno il via libera alla nuova costruzione nella zona sud della città. 
Un progetto che porterebbe la capacità "recettiva" dell’istituto di pena varesino dagli attuali 130 (in eccedenza rispetto alla capienza) ai 200 ufficiali previsti dalla nuova struttura: «Ma dappertutto – incalza Martina – è dimostrato che 200 detenuti diventano 300 0 400, Busto insegna». Una condizione che azzererebbe proprio quel patrimonio di relazioni che si mantengono pur nella senescenza del Miogni. 
Il ministro Castelli ha annunciato che a breve inaugurerà il carcere di Lecco appena restaurato. «Allora è possibile trovare altre via – si convince il consigliere regionale -;  per questo continuano a non convincermi le tesi di chi si dice impietosito dalle condizioni dei detenuti ma esclude drasticamente l’ipotesi di una ristrutturazione. Non riesco a non convincermi che vi sia una regia esterna a Varese, ma di cui questa amministrazione si fa garante, che voglia a tutti costi costruire in nome di altri interessi».  

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Maggio 2004
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