Nuovo carcere: le voci contro

I commenti di Legambente e Varese Social Forum alle proposte che andranno in consiglio comunale

Riceviamo e pubblichiamo

Approda in consiglio comunale la Variante Urbanistica per il nuovo Carcere. I 31.000 mq. di verde destinati dal vigente PRG all’insediamento del carcere diventano più di 225.000, sia nella nuova localizzazione al confine con Schianno, che in ampliamento alla originaria area nella zona dei Duni . Naturalmente sono tutte aree agricole o boschive, con "consistenti limitazioni sia idrogeologiche che morfologiche e geomeccaniche" da destinare ad una massiccia cementificazione.

Ancora una volta l’incapacità di dare una seria soluzione urbanistica a problemi sociali che da decenni sono all’ordine del giorno si traduce in distruzione ambientale e creazione di nuovi "ghetti"sulla spinta dei finanziamenti "romani" che finalmente beneficiano il nord. Finanziamenti è forse una parola grossa, visto che dal provvedimento governativo sono spariti ed il carcere si costruirà in leasing. Eppure a Varese non mancano aree dimesse o sottoutilizzate che da anni attendono una degna destinazione e riuso: l’Aermacchi, l’ex macello, l’area di via Carcano, la Dogana, l’ex RIV SKF allo stadio, la Cagiva alla Schiranna tanto per citare le prime che vengono alla mente. Inoltre non si capisce perché il carcere debba stare ad ogni costo nel comune di Varese! Sono tutte aree private certo! Come le aree agricole della Villa di Bizzozero! Ma il valore immobiliare che si libera con lo spostamento del carcere permetterebbe all’Amministrazione Comunale di recuperare le risorse necessarie per un intervento anche sul "libero" mercato.

O qualcuno pensa che in via Morandi sorgerà un giardino o si coltiverà foraggio per le mucche che dovranno alimentare la centrale del latte difesa in questi giorni dall’assalto di privati stranieri? Ma forse i carcerati e i soggetti "svantaggiati" è meglio confinarli nella valletta del Selvagna, in attesa che un nuovo centro commerciale possa occuparsi del recupero delle aree strategiche per lo sviluppo della città. Totalmente estraneo alla variante proposta è il concetto di sostenibilità, che pure oggi permea, anche a sproposito, ogni atto amministrativo. L’idea che le trasformazioni ambientali possano almeno richiedere compensazioni o mitigazioni non ha cittadinanza nella variante.

E’ illuminante la conclusione della relazione tecnica:. "…. (dandosi comunque atto che, "urbanisticamente", la sottrazione di aree agricole per una quantità di mq. 154.728 viene sostanzialmente compensata con il passaggio delle aree agricole ad aree aventi un uso "standard urbanistico a livello comunale" e "standard urbanistico a livello generale" per un totale di mq. 132.917 …) Per questa amministrazione il territorio agricolo e boschivo è terra di nessuno, disponibile per ogni tipo di aggressione, e se è di proprietà comunale come ai Duni, perché rinunciare a specularci sopra? Dopo questo esempio di intervento pubblico, come potremo rinunciare ad un albergo al posto dei prati di Cartabbia o ad un supermercato sugli orti di Bobbiate, ecc. ecc.?

Lega Ambiente, Varese Social Forum

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Pubblicato il 17 Maggio 2004
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