Ribolla: «Paese in declino, dal Varesotto può partire la riscossa»

Il presindente di Univa parla al Rotary e invita all'ottimismo: «La nostra capacità resiste nonostante la congiuntura sfavorevole»

Si deve credere a un nuovo sviluppo perché il lavoro del Varesotto è fatto di capacità e di tenacia, di primati che  resistono ad onta della congiuntura sfavorevole. Si  deve guardare al futuro perché l’industria, vera e grande risorsa della comunità, è in grado di  esprimere una forte vitalità nonostante lo Stato  la taglieggi fiscalmente  togliendo così  anche il gusto del rischio, del fare impresa agli imprenditori. Alberto Ribolla, presidente  dell’UNIVA, parlando al Rotary Varese ha dato un’indicazione precisa: il senso del declino, il pessimismo che aleggiano nel nostro Paese vanno scacciati e lo può fare molto bene il Varesotto che parte da una base di lancio formidabile quali i dati su produzione, occupazione, esportazione  che sono di livello europeo, che fanno grandissimo in Italia il pianeta del lavoro di casa nostra. La ripartenza deve avvenire avendo consapevolezza piena di un nuovo quadro mondiale economico e finanziario, di  realtà ed  equilibri politici largamente mutati: sono numerosi i fattori di discontinuità  e di incertezze, ma possono  essere superati dalle piccole e medie imprese attente alla nascita dei nuovi modelli di società e produzione, alle vicende monetarie mondiali. E’ chiaro che questo salto culturale deve contare su adeguate infrastrutture per favorire agili presenze sui nuovi grandi mercati; è indispensabile  che si capisca che il trasferimento, la delocazione di produzioni in altri paesi non è una perdita di posti di lavoro ma l’inizio di un percorso dalle  tute blu a quelle bianche affinché il Varesotto   possa competere  ancora e mantenere la leadership  di una produzione di alta qualità e come tale bene accetta sui mercati mondiali. E proprio su risorse umane di nuova  formazione occorre puntare per uno sviluppo che resterà inalterato anche quando  entro il 2010 in provincia  si saranno persi 10 mila posti di lavoro tradizionale. Per un’industria d’avanguardia, assolutamente non disposta a cedere un primato che è anche sinonimo di benessere per la comunità, c’è la necessità di investire nei cervelli, di promuovere una formazione forte e vincente.
In chiave ottimistica dunque la  relazione di Ribolla che, rispondendo  a una  domanda, non ha trascurato di evidenziare la negatività delle iniziative che hanno portato all’inopinato confronto sull’articolo 18 e alla frammentazione del fronte sindacale. Si contratta e ci si accorda, quindi si progredisce, solo con un sindacato forte e unito.

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Pubblicato il 06 Maggio 2004
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