Si muove la frana di Olona, sgombero per 30 persone

Le precipitazioni delle ultime ore hanno creato un invaso d'acqua che sta tracimando. Il sindaco Crosti presidia la zona

La frana di Olona si muove. Da ieri pomeriggio e per tutta la notte, il fronte crollato quindici giorni fa è tornato a preoccupare per la quantità di acqua e fango che scende invadendo la via Novara, nella piccola frazione alle porte di Induno Olona. 
Un fiume fangoso, che non riesce ad essere assorbito dal sistema fognario della zona, ha allagato la strada al piede della frana. L’invaso creato nei giorni scorsi dai tecnici del genio civile per assorbire eventuali altri crolli, è adesso un bacino pieno d’acqua che si sfoga tracimando più in basso materia fangosa. 
A monte invece si sono manifestate alcune fratture che stanno preoccupando e non poco gli ingegneri del genio civile. 

Il sindaco Carlo Crosti, come nei giorni immediatamente successivi al primo crollo, è di nuovo stabilmente in zona a coordinare i lavori. E questa mattina ha emesso una nuova ordinanza di sgombero: sono circa 30 i residenti che hanno dovuto questa mattina abbandonare le proprie abitazioni. Un numero superiore a quelli che il 20 aprile sono dovuti ricorrere a sistemazioni alternative. È un segno della gravità della situazione. Ad essere interessate allo sgombero tutte le abitazioni di via Novara che si affacciano sul fronte della montagna crollata ma anche una casa che sorge sullo stesso lato della frana a pochi metri di distanza dall’area del cantiere sotto indagine. 
Tutto dipende adesso dal perdurare delle condizioni climatiche. L’ordinanza di sgombero non fissa termini, è difficile pensare che stasera i residenti possano rientrare stasera. 

«Appena ieri mattina – si rammarica Crosti –  abbiamo fatto un sopralluogo per verificare la tenuta della montagna. Tutto sembrava regolare e in sicurezza. Sono state le piogge fortissime di ieri pomeriggio a peggiorare drasticamente le cose. Adesso siamo qui, fortunatamente ancora assistiti dalla protezione civile provinciale e locale, dal Genio Civile e dalla Regione». 
«Le abitazioni inoltre – precisa il sindaco – sono state messe in sicurezza con sacchi di sabbia che impediscono all’acqua di allagare gli appartamenti». 
Crosti (foto a sinistra) ha provveduto a riallestire il centro di accoglienza per gli sfollati e ha predisposto che vengano posizionate delle fotocellule per il monitoraggio anche notturno dell’eventuale avanzamento del movimento franoso. 
Negli ultimi giorni le imprese guidate dal Genio Civile avevano provveduto a creare dei sistemi di drenaggio dell’acqua, al disboscamento delle zona franosa e a predisporre l’invaso di assorbimento. La forza delle precipitazioni sembra aver eluso questi presidi. In queste ore si sta rimuovendo la terra che si è nuovamente addossata sulla strada, ma il lavoro principale consiste nel cercare di incanalare nel sistema fognario il fiume d’acqua che la montagna non riesce più ad assorbire. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Maggio 2004
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