Accam, stretta finale?

Il presidente del consorzio Sergio Parini esamina la situazione alla vigilia dell'assemblea dei soci

Conferenza stampa questa mattina a Borsano per Sergio Parini, presidente di Accam. Il consorzio è atteso ad un momento decisivo lunedì, quando si riunirà l’assemblea per decidere se approvare o meno la bozza di convenzione con il Comune di Busto Arsizio che ha riscosso unanime consenso in Consiglio Comunale a luglio. Pertanto Parini ha pensato bene di fare il punto della situazione. Non è stato possibile, tuttavia, avere un’idea precisa di come si esprimerà l’assemblea sulla bozza, nè avere una ragionevole certezza che questa annosa vicenda giungerà finalmente ad una felice conclusione, anche se non mancano i motivi per essere cautamente ottimisti.

«Nessuno può imporre condizioni ultimative – ha detto Parini, riferendosi forse alle precise condizioni poste ad Accam dalla bozza di convenzione – Occorre trovare un punto d’incontro, un compromesso che di sicuro non accontenterà del tutto le parti in causa.  Infatti noi non possiamo ancora esplicare appieno le potenzialità dell’impianto, mentre Busto ha la legittima necessità di giungere con una convenzione firmata all’appuntamento del Piano provinciale rifiuti».

Dopo questa analisi dello stato attuale, Parini ha ricordato che Accam si sta impegnando con serietà nella direzione indicata dalla bozza di convenzione. «Il nostro obiettivo non è di realizzare profitti – spiega Parini –  Peraltro economicamente andiamo bene, tanto che abbiamo potuto abbassare le tariffe di conferimento per i rifiuti solidi urbani (RSU) ai Comuni, con effetto retroattivo da gennaio 2004, e le ridurremo ancora l’anno prossimo. Le propettive appaiono buone, con sinergie Accam-ex municipalizzate all’orizzonte, e un impianto che produrrà calore ed energia elettrica».

Ci sono dei "però". «Busto ci dice di spingere per la riduzione a monte dei rifiuti e del numero di camion necessari per il loro trasporto, e ci va bene. Il termine del 2019 per la chiusura e lo smantellamento dell’impianto di Borsano, tuttavia, è volutamente non ultimativo – prosegue Parini – Per allora speriamo di aver raggiunto un tale livello di efficienza tecnica e di ammodernamento da non essere più percepiti come un pericolo per la salute pubblica. In ogni caso già nel 2010 si valuterà il rispetto da parte nostra della convenzione, e ove fossimo inadempienti dovremmo andarcene a fine 2015».

Altri dettagli importanti riguardano la provenienza dei rifiuti. «Il limite delle 400 t/giorno sarà rispettato, ci sarebbe anche impossibile bruciarne di più con il potere calorifico dei rifiuti che arrivamo oggi dopo la raccolta differenziata» ha detto Parini. «E’ previsto però dalla normativa provinciale che accanto ai rifiuti dei comuni consorziati noi possiamo accogliere in caso di necessità quelli di altri comuni del bacino B1 (Sud della provincia), fermo restando il limite delle 400 t/giorno bruciate. Inoltre è chiaro che, portando a pieno regime ovunque la raccolta differenziata, il limite dei 27 Comuni ci starà stretto».

Tolti questi sassolini dalle scarpe, Parini ha relazionato sugli aspetti economici. «A convenzione firmata pagheremo 250.000 euro l’anno a Busto per l’uso del terreno su cui sorge l’inceneritore, e nei primi tre anni verseremo 1,5 milioni di euro per la mitigazione ambientale. Si tratta di cifre compatibili con il nostro bilancio, che ora esaminiamo tramite puntuali report trimestrali». E i comitati, che solo pochi giorni fa hanno  manifestato sotto i cancelli dell’impianto? «Meglio evitare polemiche con i comitati, sono loro a giovarsene»

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Pubblicato il 23 Ottobre 2004
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