Al via lo spoglio dei voti

Molti ricorsi hanno più volte ritardato l’avvio dello scrutinio per le elezioni presidenziali

Si sono iniziate ad aprire le 24.000 urne raccolte in otto centri regionali. Via quindi allo spoglio dei voti delle elezioni svoltesi in Afghanistan sabato scorso; è comunque ancora possibile presentare, per alcune ore, ricorsi contro brogli veri o presunti. In un primo momento era stato annunciato che lo spoglio sarebbe cominciato due giorni fa, ma il boicottaggio e la contestazione del voto – attuati da tutti i 17 candidati, meno il presidente ad interim Hamid Karzai (di fatto scelto da Washington) mentre le operazioni di voto erano in corso appena da qualche ora – e la successiva presentazione di 43 ricorsi hanno più volte ritardato l’avvio dello spoglio. L’avvocato canadese Craig Jenness, che fa parte del gruppo di tre persone incaricate di valutare i 43 ricorsi già presentati, ha reso noto che l’esame dei relativi documenti non è stato ancora completato ma la commissione elettorale ha comunque deciso l’inizio dello scrutinio, isolando nel frattempo un imprecisato numero di urne. Pur essendo l’Afghanistan un Paese orograficamente difficile – le urne vengono trasportate nei centri di spoglio con ogni mezzo, dal mulo al camion all’elicottero, dalle zone innevate del nord come da quelle del sud battute dalle tempeste di sabbia – non è ben chiaro perchè i risultati finali siano previsti solo per la fine del mese; si tratta di raccogliere, aprire e leggere non più di 10 milioni e mezzo di schede utilizzate in 5000 seggi e tre settimane appaiono una quantità di tempo difficilmente spiegabile e non spiegata da alcuno. Il clima di fatto difficile che ha caratterizzato e tuttora segna in qualche modo le elezioni – mentre la maggior parte delle fonti ufficiali continua a sottolinearne enfaticamente il significato positivo – è stato innescato dall’uso di un inchiostro non indelebile per ‘marcare’ chi aveva già votato; fonti afgane non sospettabili di faziosità hanno sottolineato che di sicuro nella capitale questo inconveniente ha consentito di votare più volte – fino a 13 almeno in un caso – a chi voleva o era stato eventualmente pagato per farlo. I ricorsi riguardano però anche gli orari di apertura e chiusura di alcuni seggi, il comportamento del personale elettorale e altri aspetti logistici minori. La nomina dei tre “saggi” incaricati di decidere sui ricorsi ha costituito il compromesso in base al quale i principali oppositori hanno sospeso la loro richiesta di annullare completamente le elezioni. Nonostante tutto, Karzai, noto come “sindaco di Kabul” per la sua incapacità di esercitare un controllo effettivo sul resto del Paese dominato da più “signori della guerra”, resta finora, con molto anticipo sui risultati ufficiali, il più probabile vincitore delle elezioni: decisiva per il suo effettivo ruolo potrebbe rivelarsi la percentuale di preferenze ottenute.

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Pubblicato il 15 Ottobre 2004
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