Bestie di Satana, il giorno del “medium”

Sotto esame oggi Mario Maccione, che ha parlato delle sue esperienze paranormali e ricostruito l'assassinio di Chiara Marino e Fabio Tollis

Oggi l’interrogatorio di Mario Maccione, il giovane che veniva "posseduto" dai demoni durante i riti della setta, ha concluso l’incidente probatorio per l’inchiesta sui delitti delle Bestie di Satana. Ad analizzarne in prima battuta le dichiarazioni è stato ancora il professor Guglielmo Gulotta, legale di Eros Monterosso e docente di Psicologia giuridica a Torino. «Maccione ha operato una distinzione tra satanismo e demonologia, o meglio ancora spiritismo. Egli asserisce che quando cadeva in trance si verificavano fenomeni inspiegabili; ora non gli accade più di trovarsi in quello stato, ma percepisce egualemente delle presenze soprannaturali intorno a sè. Se gli chiedo delle prove di quanto afferma, mi risponde con banalità sul numero 666, sulla luce che va e viene, oppure sul pentacolo (la stella a cinque punte, ndr) satanico cui, già nel ’96, i demoni gli avrebbero detto che corrispondevano cinque località da loro infestate: Cogne (AO), Ceriale (SV),  Vignate (MI), Bettola (PC) e un’altra che ora non rammento». Tutti a pensare: ora l’avvocato Taormina riaprirà l’inchiesta per il delitto di Cogne chiedendo l’incriminazione di Satana in persona. «Mi sembra che non abbiano ancora ritrovato il contatto con la realtà» ha proseguio Gulotta. «Maccione iniziò le sue esperienze "soprannaturali" da ragazzino, come appassionato di occultismo e spiritismo. Dapprima gli appariva lo spirito di Platone, poi quello di un famoso spiritista francese dell’Ottocento, Allan Kardec, uno spirito guida positivo che lo guidava nelle sue incursioni nell’aldilà. Poi ebbero il sopravvento i demoni».
Giovanna Menichino, la legale di Volpe, ha detto che secondo quanto emerso finora le decisioni importanti erano prese all’unanimità, per quanto Leoni e Sapone avessero un ruolo guida, e che quindi le responsabilità sono ampiamente condivise tra tutti i membri del gruppo.
L’avvocato di Maccione, Salvatore Granata, ha raccontato che il suo assistito, di fronte alla buca preparata per Fabio Tollis e Chiara Marino, quella sera del gennaio 1998 credeva fosse tutto un macabro scherzo. «Poi quando ha visto Sapone e Volpe avventarsi a colpire i due si è unito al massacro. Era convinto che in caso contrario avrebbe fatto la loro stessa fine». Maccione avrebbe inoltre tenuto a sottolineare come la situzione nel branco sarebbe "degenerata" con l’arrivo di Volpe; mentre prima la passione per il satanismo si conteneva nei limiti di un interesse per il "lato oscuro" e per l’occulto, dopo l’ingresso di Volpe il gruppo avrebbe cominciato a pianificare veri crimini. Leoni, invece, sarebbe descritto come un megalomane esibizionista e narciso. Infine, quanto al famoso cugino di Maccione che terrebbe i contatti con la "Setta X" di Torino, vivrebbe a Melegnano.
Sorprendente, infine, la richiesta di scarcerazione per Leoni avanzata dal suo legale Ettore Traini. «Ho raccoltole prove che dimostrano la flasità di quanto affermato dai "pentiti" della banda su Leoni. Lui il pomeriggio del 17 gennaio 1998 non era in Fiera, e quindi non può essere stato lui ad accompagnare Chiara e Fabio al luogo del massacro. Ho le prove che è stato al lavoro tutto il giorno, fino alle 20, lui era l’unico che lavorava tra quelli. Non so perchè l’hanno accusato e nemmeno mi interessa».

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Pubblicato il 13 Ottobre 2004
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