Casbeno non è più una castellanza vivibile
Lettere al direttore
Ha ragioni da vendere Don Pietro Giola, parroco di Bosto, nel denunciare sulle pagine del giornale parrocchiale i problemi del suo quartiere, problemi legati soprattutto alla viabilità e alla sosta delle auto. Ma se Bosto non ride Casbeno piange calde lacrime. Da castellanza residenziale, qual era fino a una trentina di anni fa, si è progressivamente trasformata in una sorta di centro direzionale cittadino sommando funzione a funzione in un crescendo senza sosta. Questura, Prefettura, Provincia, Archivio di Stato, Azienda sanitaria, polo scolastico pubblico e privato, stazione delle Ferrovie Nord, due scuole materne, due sportelli bancari, l’Ufficio postale, sono le principali strutture che richiamano sul territorio un flusso giornaliero di persone ormai incompatibile con una vivibilità accettabile delle aree centrali del quartiere.Non dimentichiamo che,tra l’altro, passa da piazza della Libertà tutto il traffico da e per il corso Europa, compresi naturalmente i Tir diretti ai supermercati GS ed Esselunga di Masnago.
Il problema non è di facile soluzione ce ne rendiamo perfettamente conto perchè richiede innanzitutto una riflessione accurata sui destini della castellanza e poi una serie di interventi che implicano inevitabilmente una serie di massicci investimenti. Nell’attesa che si fa? Si continua imperterriti ad aggiungere funzioni o a dilatare quelle già esistenti. E’ il caso, per esempio, dell’Istituto delle suore di Maria Ausiliatrice, una sorta di repubblica autonoma all’interno del comune di Varese.Fino a qualche anno fa era un semplice pensionato con annessa una scuola per maestre d’asilo, oggi vanta un’ asilo infantile, una scuola elementare, le medie e quant’altro.
Tutto questo ha portato un carico di traffico, e ovviamente pure di soste, nelle strade adiacenti l’istituto ormai insopportabile. Naturalmente nel disinteresse dei Vigili urbani – ma chi li vede mai in città? – e delle suore stesse che, pur disponendo di un amplissimo cortile interno, si guardano ben dall’aprirlo alla loro stimata clientela per lo più munita di gipponi degni di miglior causa che occupa, senza porsi problemi, anche i parcheggi privati della zona. Da anni si parla di disciplinare la sosta, di ripensare la viabilità istituendo sensi unici evidenti a tutti meno che che all’assessorato preposto e agli ineffabili tutori del traffico di via Sempione. Piccole riforme a costi molto contenuti. Ma niente, prevalgono le lobby impiegatizie e funzionariali dei vari uffici pubblici presenti, veri e propri professionisti, talvolta involontaria va detto, di sosta selvaggia. La grande festa settembrina di Casbeno non può continuare a far velo ai problemi di questa castellanza nevralgica per la città tutta.
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