Case popolari, il Tar annulla il regolamento: «È discriminatorio»

«Ancora molta strada da fare» secondo il sindacato. Da rifare 57 graduatorie già pubblicate e i 211 bandi d’assegnazione ancora in corso

Le segreterie di Cgl Cisl e Uil parlano di importante vittoria nella battaglia sindacale per il consolidamento della funzione sociale dell’Edilizia Residenziale Pubblica. La sentenza del Tribunale amministrativo regionale, depositata il 29 settembre scorso, annulla parte del Regolamento per l’assegnazione e la gestione delle case popolari. Secondo i giudici la Regione Lombardia utilizza un regolamento in più punti discriminatorio. 

Nel dettaglio, secondo quanto comunicato dalle segreterie sindacali, le norme annullate discriminano i cittadini italiani provenienti da altre Regioni, ne violano l’uguaglianza, considerando fonte di punteggio una condizione non riferita al bisogno abitativo oltre che limitare la libera circolazione delle persone, nonché l’esercizio del diritto al lavoro. 

Questo ha portato all’annullamento delle 57 graduatorie già pubblicate e i 211 bandi d’assegnazione ancora in corso, in altrettanti Comuni con le prevedibili pesanti ripercussioni per  migliaia di famiglie già disagiate. 

Il Tar ha inoltre negato la rappresentatività del sindacato confederale sulle questione abitative accettando solo il ricorso di un sindacato di inquilini.

Cgil Cisl Uil regionali considerano la sentenza come il giusto proseguimento dell’azione sindacale unitaria forte della   mobilitazione e della petizione nazionale per affrontare l’emergenza sfratti.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Ottobre 2004
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