Cervi in pericolo nel Parco Nazionale

Aperta la caccia a 490 cervi dal 15 ottobre al 15 gennaio 2005. Per il WWF un precedente gravissimo

490 cervi saranno abbattuti dai cacciatori della Val Venosta e Val dell’Ultimo, in Alto Adige, a partire dal 15 ottobre, secondo quanto previsto da un decreto del presidente del Parco nazionale dello Stelvio approvato a stretta maggioranza dal consiglio del parco.

Per tenere sotto controllo i presunti danni prodotti dalla popolazione di cervi il parco non ha esitato ad aprire la caccia nel territorio protetto creando così un gravissimo precedente, peraltro in contrasto con la legge per la tutela del patrimonio faunistico.

La paventata necessità di ridurre i danni da brucamento legato al rinnovo dei boschi di abete bianco non giustifica l’apertura della caccia nel parco, da sempre oggetto di pressioni lobbistiche. Inoltre le ricerche sulla effettiva quantità e consistenza di questi danni non sono complete e risulta quindi prematuro prendere fin da ora provvedimenti.

Ben altri sistemi sarebbero raccomandabili per la riduzione del danno, specialmente in un’area protetta, così come previsto dalla stessa legislazione. Ad esempio la cattura e l’allontanamento piuttosto che l’uso di repellenti per disincentivarne l’avvicinamento e la realizzazione di colture a perdere per l’alimentazione, la creazione e il mantenimento di prati da destinare agli animali selvatici sarebbero soluzioni meno cruente e ecologicamente più sostenibili in un parco nazionale.

Fuori dalle aree protette la caccia al cervo chiude il 30 novembre mentre il decreto consente l’abbattimento di cervi fino al 15 gennaio. In pieno inverno e in zone di intenso innevamento la caccia rappresenta un grave rischio per la popolazione di Ungulati perché alla mortalità artificiale andrebbe ad aggiungersi quella, già elevata, propria della stagione invernale, oltre al distrubo arrecato agli altri selvatici.

"La caccia "selettiva"all’interno di un’area protetta allargata a soggetti che selettori non sono, rappresenta un fatto gravissimo e in contrasto con la finalità primaria di un Parco Nazionale, che è la tutela del patrimonio naturalistico e quindi il divieto di praticare la caccia. Il neo presidente del parco Ferruccio Tomasi quindi, con questo decreto, dimostra una preoccupante insensibilità ai propri doveri, preferendo avvantaggiare i cacciatori locali piuttosto che tutelare la fauna e le regole stabilite dallo stesso parco" ha dichiarato Enzo Venini del consiglio nazionale WWF Italia e compoenete del Direttivo del Parco dello Stelvio.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Ottobre 2004
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