Clandestini indiani a Malpensa, tre arresti
Una complessa organizzazione lucrava sui concittadini desiderosi di stabilirsi in Occidente
L’Ufficio Polizia di Frontiera di Malpensa ha stroncato un’organizzazione che faceva entrare clandestinamente in Occidente (Italia, area Schengen, Gran Bretagna e Canada) immigrati indiani.
L’indagine, denominata “Indian Door” (porta indiana, ndr) e coordinata dalla procura della Repubblica di Busto Arsizio, è partita nello scorso mese di dicembre, quando ci si accorse di un’insolita presenza di cittadini indiani originari di Bombay/Mumbai che, in transito a Malpensa per destinazioni fittizie tipo Mosca o Lagos, cercavano di eludere i controlli di frontiera. Accurati pedinamenti accertarono in breve che i clandestini, invece di proseguire per le presunte destinazioni, ricevevano indicazioni via telefono per recarsi in un’area “gate”; da qui sgattaiolavano fuori attraverso un’uscita di sicurezza non sorvegliata, effettuando così un ingresso clandestino sul suolo europeo. Ma l’organizzazione non finiva certo qui: i clandestini venivano condotti a destinazione in treno, con percorsi definiti e tariffe differenziate dall’Austria all’Inghilterra, passando per Italia, Francia e Belgio: una vera agenzia di viaggi della disperazione. L’ultima tratta, la più costosa (fino a 3.500 euro!) e difficile, dal Belgio in Inghilterra, si svolgeva su camion caricati sui traghetti. Ai clandestini diretti in Canada venivano forniti passaporti falsi direttamente a Malpensa, in modo da poter partire “regolarmente” dall’hub insubrico salvo poi distruggere i documenti e chiedere asilo politico una volta raggiunto il Paese delle Giubbe Rosse.
A conclusione dell’inchiesta sono stati arrestati tre cittadini indiani quali organizzatori del traffico di clandestini.
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