Derby da incubo, Cantù passeggia a Masnago: 71-106

Varese (abbinata Casti Group) mai in partita. Becirovic assente, ma i problemi sono altri

Nemmeno nei peggiori incubi dei tifosi biancorossi poteva prefigurarsi una disfatta simile. La Vertical Vision Cantù espugna Masnago lasciando sulla pelle di Varese i segni di una sconfitta storica, ai limiti del vergognoso. 71-106, in casa e contro Cantù, è un punteggio che rimarrà negli annali come una delle sconfitte più disastrose in sessant’anni di storia biancorossa.

La reazione del pubblico è stata eloquente: a 3’ dalla sirena la Gioventù Biancorossa ha ritirato addirittura lo striscione e la curva (ma non solo) si è svuotata in un segno inequivocabile di rottura. L’ultima volta che ciò è successo risale probabilmente a prima dei playout del 1993, tempo di serie A2 (campo neutro a Pavia), momenti gramissimi, come questi. Varese ha perso su tutti i fronti. Farraginosa in attacco dove l’unica soluzione pensata è sembrato il passaggio a Nolan, la squadra di Cadeo ha fallito in modo ancora più netto in difesa. Cantù ha letteralmente martellato il canestro varesino con il tiro pesante, scoccato quasi sempre da giocatori (tiratori) liberi da marcature. Il risultato è stato un sontuoso 18/32 dall’arco per Blizzard (MVP) e soci cui ha fatto da contraltare un 22 % di Varese, da lacrime. Varese ha giocato senza Becirovic: la sua caviglia in disordine non ha recuperato. Un dettaglio comunque ininfluente sul risultato finale.

Cadeo sceglie Farabello in regia, Bowdler contro Miralles e Digbeu per il duello francese con Morandais. Sacripanti sceglie di limitare al massimo Nolan con Stonerook e i raddoppi. Kaukenas parte alla grande (6 punti), Farabello replica e pareggia (9-9) ma è ancora il lituano a colpire: la sua tripla regala un nuovo ampio vantaggio ai suoi (9-16): Varese non rientrerà più. Cadeo toglie Allegretti e Digbeu, collezionista di palle perse, e inserisce Meneghin con Bolzonella. Varese si riavvicina grazie a Farabello ma una bomba di Stonerook chiude il quarto sul 20-27: ancora troppi punti subiti. Al rientro Meneghin piazza una bomba ma la reazione ospite (Jones e Kelecevic da 3 sui continui errori dei raddoppi varesini) fa malissimo alla Casti Group che respira solo con un centro pesante di Digbeu. Non basta perché Cantù continua a fare canestro, preferibilmente dalla lunga (Blizzard contro la zona di Cadeo) e piazza un parziale davvero preoccupante (28-40 al 15’). Varese, già debole in difesa, appare in confusione pure in fase offensiva: quando la palla non finisce a Nolan (molto ben marcato) si sfiora l’anarchia con una serie di palle perse. E quando Cantù sbaglia un tiro spunta Michelori a catturare il rimbalzo. Blizzard prosegue nell’opera demolitoria da fuori e Cantù finisce a più 18. Un sussulto di Bolzonella e Allegretti serve a poco: le squadre vanno negli spogliatoi sul 39-56, un pianto greco per Varese, surclassata su tutti i fronti.

Al ritorno sul parquet Varese abbozza una reazione attorno al 15’. Meneghin imbuca un paio di buoni tiri, Digbeu schiaccia (47-61) e Sacripanti preferisce spendere un time out per evitare cedimenti dei suoi. La sospensione ha l’effetto di anestetizzare la partita, che scorre senza grossi sussulti fino al 52-70 del 30’. Varese non trova sbocchi in attacco, Cantù non forza più di tanto per mantenere un largo vantaggio. Gli ultimi dieci minuti sono una lenta agonia per la Casti Group. Le tribune iniziano a svuotarsi ben prima della fine. La Curva Nord, seguita da buona parte degli spettatori, invita più volte allenatore e giocatori a cambiare lavoro. Sul parquet intanto Jones e soci continuano a fare bottino ad ogni azione allargando a dismisura un divario che assume proporzioni storiche. Finisce 71-106, con i tifosi varesini rimasti che arrivano ad applaudire l’ultimo cesto di Cantù. Cose mai viste, cose che ci si augura di non dover vedere più.

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Pubblicato il 31 Ottobre 2004
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