È nato l’Unia, il più grande sindacato svizzero
Sancita a Basilea la fusione tra tre sigle sindacali. Oltre 200 mila iscritti e un milione di lavoratori rappresentati
Se è vero che l’unione fa la forza, l’Unia è il più forte sindacato svizzero. Nato ufficialmente sabato 16 ottobre in un congresso a Basilea, il nuovo sindacato raggrupperà tre sigle: SEI, sindacato edilizia ed industria , FCTA la federazione svizzera dei lavoratori del commercio, dei trasporti e dell’alimentazione, e FLMO il sindacato dell’industria, della costruzione e dei servizi. Si contano tra le sue fila almeno 200mila iscritti e rappresenterà circa un milione di lavoratori, non solo operai, ma anche lavoratori del terziario, dell’artigianato e del commercio.
È indubbio che questa forza si tradurrà in un ruolo centrale nella vita politica e sociale della Svizzera, che andrà a contrastare la spinta neoliberista del Paese.
Il mutamento dello scenario del mondo del lavoro con la grande mobilità e la necessità di riaprire, soprattutto nel terziario e nei servizi, la contrattazione collettiva saranno gli obiettivi primari del nuovo sindacato.
Quello dell’Unia è stato un percorso lungo, che inizia alla fine degli anni Ottanta e si acuisce con l’avvento della new-economy e la globalizzazione che impongono massicce ristrutturazioni in quasi tutti i settori. Un colpo tremendo al concetto di "pace sociale" così caro alla confederazione.
L’antecedente è stato l’accordo del 1996 che avvicinò il sindacato edilizia e industria (SEI) e la federazione svizzera dei lavoratori metallurgici e orologiai. Un salto culturale enorme che ha dovuto vincere numerose resistenze all’interno delle singole organizzazioni.
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