Finanziaria, ancora nessuna risposta per l’artigianato

Il documento integrale del Consiglio Provinciale di CNA Varese sull'argomento, che affronta anche altri temi chiave dell'economia varesina

Il Consiglio Provinciale della CNA di Varese, nella riunione del 18 di Ottobre, ha esaminato la situazione dell’economia del territorio, con particolare riferimento ai problemi ed alle esigenze delle imprese rappresentate e alla luce della manovra finanziaria presentata dal Governo.

Dopo aver preliminarmente preso atto della gravità della situazione della Finanza pubblica e della persistente pesantezza di una congiuntura economica che si protrae da anni, è stato sottolineato come il ritorno ad una gestione rigorosa e coerente della finanza pubblica sia condizione essenziale affinché l’intero settore privato possa recuperare fiducia e propensione all’investimento.

Convenendo, per altro, sul fatto che la strategia di contenimento del deficit sotto la soglia del 3%, la riduzione del debito e il rilancio dello sviluppo, anche se si muovono in una logica orientata al realismo,  non appaiono in grado, da soli, di sostenere la crescita economica in questa difficile fase congiunturale.

Entrando nel merito della situazione dell’economia sul nostro territorio, il Consiglio provinciale ha ritenuto di dover rimarcare elementi di particolare criticità, che richiedono il ricupero, da parte delle Istituzioni e della politica , di un effettivo e responsabile ruolo di governo; in particolare, l’attenzione si è concentrata :

          sul progressivo depauperamento del tessuto produttivo, esposto dagli effetti di una globalizzazione senza regole e senza controlli alla concorrenza impossibile con economie emergenti perché operanti in ben diverse condizioni;

         sulla insufficiente attenzione dedicata alla ricerca e all’innovazione tecnologica, il cui onere non è direttamente sostenibile per un sistema economico basato principalmente sulla piccola dimensione d’impresa;

          sull’incremento esponenziale dei costi delle materie prime – di cui il petrolio è solo la componente più appariscente  – che sta pesantemente assottigliando  la residua capacità competitiva delle piccole imprese;

          sulla recrudescenza del fenomeno dell’abusivismo – mal prevenuto e insufficientemente  represso – che distorce le regole del libero mercato, della concorrenza e della dignità del lavoro in settori ancora vitali quali le costruzioni e i servizi;

          sulla cronica carenza della rete viaria e infrastrutturale  in una Provincia piccola e accidentata sotto il profilo orografico e dove, nonostante l’abbondanza di figure politiche di primo piano, le opere pubbliche indispensabili non vengono realizzate;

          sul fatto di non aver saputo cogliere se non in minima parte le opportunità legate all’apertura del nuovo scalo aeroportuale di Malpensa e sulla preoccupazione che le grandi opere in corso di realizzazione quali la Fiera di Rho – Pero e l’asse MI-TO vedano ancora una volta il territorio ai margini delle ricadute positive che sapranno mettere in circolo;

          sul sostanziale fallimento del progetto di semplificazione e di sburocratizzazione amministrativa imperniato sull’istituzione dello sportello unico;

          sulla scarsa propensione delle Istituzioni a ragionare, confrontarsi e operare in una logica di reale sistema territoriale.

Il Consiglio provinciale ha anche espresso una prima valutazione della Legge finanziaria,  muovendo dalla constatazione che nel documento presentato dal Governo non siano complessivamente riscontrabili quelle risposte che il mondo dell’artigianato e delle piccola impresa si aspettavano ed esprimendo grande preoccupazione e radicale contrarietà su alcuni aspetti specifici presenti nel disegno di legge  quali la cosiddetta manutenzione degli studi di settore – che prevede un maggior gettito elevatissimo e che prefigura un ritorno alla famigerata minimum tax – la pianificazione fiscale e la reintroduzione di nuovi – vecchi obblighi amministrativi.

Il timore è che l’auspicato rigore finisca per risolversi in un tentativo di aumentare surrettiziamente – nella severa fase congiunturale attraversata –  la pressione fiscale a carico dell’artigianato e delle piccole imprese. Sono anche emerse perplessità sulla regola volta a governare l’andamento di gran parte delle voci di spesa, fatta eccezione per le spese per le pensioni e per la sanità, prevedendone un incremento generalizzato pari al 2%. Questa tecnica di contenimento degli oneri è parsa scarsamente efficace, considerando la non selettività della misura, che rischia di colpire in maniera indifferenziata, senza distinguere fra le spese “Buone” e le spese “Cattive”, ma anche in considerazione del fatto che la riduzione generalizzata degli stanziamenti di competenza e di cassa non influisce sull’attività amministrativa che dà origine ad essa.

Contrarietà è stata espressa anche sulla oramai tradizionale mancata previsione di rifinanziamento per Artigiancassa, il cui fabbisogno è stimato in 41,3 mln. di euro, suddivisi tra  30 mln. di euro di fabbisogno residuo 2004 e 11,3 mln. di euro di fabbisogno 2005. oltre il 2005 .

Mentre il Consiglio provinciale ha ritenuto di segno positivo le misure a favore del Fondo per il Made in Italy e quella per la decontribuzione del 2° livello di contrattazione, volta a sostenere il federalismo contrattuale che l’artigianato ha pionieristicamente recepito nel rinnovo dei suoi  contratti di lavoro.

Un ragionamento a parte è stato impostato per l’IRAP, tassa per la quale, condividendo il principio di un intervento selettivo, si è ritenuto  prioritario l’abbattimento di una quota del costo del lavoro che concorre alla formazione della base imponibile unitamente ad un aumento della deduzione forfetaria dalla base imponibile stessa, in linea con i principi già espressi nella finanziaria 2003.

L’intervento sull’IRAP è considerato indispensabile per far crescere il livello di competitività del sistema produttivo nel nostro Paese.

Infine, nel processo di semplificazione amministrativa, il Consiglio provinciale della CNA di Varese ha ritenuto fondamentale il riconoscimento del ruolo delle Organizzazioni di rappresentanza e servizio delle imprese con la creazione della ”Agenzia per le Imprese”, la cui realizzazione potrebbe consentire di raggiungere gli obiettivi di sburocratizzazione e di certezza dei tempi mancati con la falsa partenza dello sportello unico e costituire uno stimolo per il superamento dei vincoli generati dalla propensione delle Amministrazioni alla difesa delle proprie competenze e dei propri poteri.

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Pubblicato il 29 Ottobre 2004
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