Il Comitato Rione Sud presenta il conto al Comune

Molte le cose da fare secondo i cittadini del quartiere meridionale di Cassano, preoccupati per i persistenti rischi d'esondazione di Rile e Tenore

Un vero e proprio "cahier de doleances". Questo quanto segnalato in una nota da Giovanni Longo, presidente del  comitato Rione Sud di Cassano Magnago relativo ai vari problemi su cui il Comitato si batte da tempo. Le lagnanze sono molte, e riguardano soprattutto i persistenti rischi di esondazione del Rile e del Tenore.

Innanzitutto, rileva il Comitato, è necessario ripulire gli alvei del Rile e del Tenore dai detriti, dalla fanghiglia e dalla vegetazione. Bisogna quindi sistemare la parte terminale dell’argine destro del Rile, sommariamente riparata dopo l’alluvione del maggio 2002. Altre richieste del Comitato sono l’ampliamento i cunicoli di sottopasso dell’autostrada, la costruzione della terza vasca di contenimento, prevista dal progetto originale ma mai realizzata, la verifica delle condizioni di sicurezza contro le esondazioni dopo i lavori d’ampliamento dello scalo intermodale Hupac, lavori che hanno comportato una notevole diminuzione dell’area di spagliamento delle acque, dopo la costruzione di alti argini a protezione per detto scalo. Il Comitato denuncia tra l’altro che le acque del Tenore in molti casi presentano strane colorazioni, sicuramente indicatrici d’inquinamento. Per depurare le acque il Comitato chiede di riattivare i laghetti di fitodepurazione, con l’introduzione di piante acquatiche e di adeguata fauna ittica. Il progetto è stato annunciato dalla passata amministrazione ma mai reso funzionante: «infatti, i cassanesi non sono mai potuti andare a pescare in questi laghetti». «Come si spiega che il torrente Rile, quando a monte dell’abitato di Cassano è asciutto a valle invece presenta sempre una certa quantità d’acqua, se l’acqua proviene dal sistema fognario di Cassano, questo vuol dire che il Rile in questo caso è una fogna a cielo aperto?». Questa una delle domande "scomode" poste  all’amministrazione dal Comitato, fortemente critico anche sui progetti di convogliamento delle acque meteoriche della parte alta della città direttamente a valle, vanificando in parte lo scopo per il quale sono state costruite le cinque vasche di laminazione a monte di Cassano. Naturalmente, a tutte queste richieste si aggiunge quella, già nota, di non far passare la bretella di collegamento tra la progettata Pedemontana e la nuova SS 341 sopra o nei pressi della zona di spagliamento dei due torrenti. Inoltre, dal momento che lo svincolo dell’Autolaghi di Busto Arsizio potrebbe essere ridisegnato per renderlo più scorrevole e sicuro, ci si chiede se la Pedemontana, invece di innestarsi sull’autostrada dove proposto, non possa seguire in sopraelevato il tracciato dell’autostrada per circa 500 metri ed innestarsi sull’A8 e sulla superstrada della Malpensa proprio allo svincolo di Busto, evitando di andare a compromettere una zona delicatissima dal punto di vista idrogeologico.

Non mancano poi le lamentele sulla viabilità, come quella per la prevista costruzione di capannoni industriali in via Tacca, o ancora per l’inquinamento acustico. I nuovi edifici industriali in costruzione nellevie  Gasparoli, Cellini e Tintoretto, a detta del Comitato, richiederanno un’adeguata viabilità di accesso, oltre a compromettere le poche aree verdi rimaste nel rione Sud. Sistemarela trafficatissima Via Bonicalza (la provinciale per Busto, ndr) con marciapiedi, pista ciclabile e limitatori di velocità, installare i cartelli indicatori mancanti in alcune vie e creare un centro per il rione attorno alla chiesa e all’oratorio di San Pietro sono le ultime richieste di cui il Comitato si fa latore nei confronti del Comune.

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Pubblicato il 04 Ottobre 2004
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