Il Monopoli dell’editoria
Continua il valzer di voci sulle tv varesine
Sembra un gioco di società, una sorta di Monopoli dell’editoria o una specie di caccia al tesoro solo che il tesoro è già stato vinto e messo in cassaforte, o almeno sembra ai più, mentre invece è ancora avvolto nel mistero il nome del “cacciatore” ovvero della persona, della famiglia, del gruppo con i due piedi messi saldi a Rete 55 e La6, emittenti che vedono ancora una presenza Squizzato, quella di Mara, figlia del fondatore, e contano sulla guida di Lorenzo Airoldi, già amministratore de La6 e sponsor dei due nuovi direttori, Matteo Inzaghi per Rete 55 e Luigi Barion per la consociata.
Da quando il quotidiano La Prealpina annunciò la piccola rivoluzione di Gornate Olona, sede dell’ex impero degli Squizzato, senza indicare i nomi dei nuovi azionisti come da richiesta delle stesse tv, si sono sprecate le voci sull’identità di chi con un forte investimento si impegnerà per adeguare le tecnologie in vista del passaggio al satellite anche delle piccole emittenti.
Tra la Prealpina oggi diretta da Roberto Ferrario e Rete 55 in passato i rapporti non apparivano dei migliori e il fatto che via Tamagno questa volta abbia dato ampio spazio alla notizia del cambiamento nelle due tv aveva indotto taluni a pensare che la famiglia Ferrario facesse parte della cordata.
L’ipotesi è stata accantonata quando è venuto a galla il nome Rita, ovvero costruzioni e politica, Forza Italia.
Nuovo round con Luigi Orrigoni alla ribalta, ma quando sembrava che l’imprenditore, re dei supermercati, potesse essere indicato come il nuovo boss della televisione varesina, ecco che La Prealpina annuncia Giuseppe Redaelli e Peppo Vimercati quasi sul filo di lana della conquista delle emittenti.
L’editore e il manager del turismo ci hanno messo poco ad affermare che sono estranei alla vicenda, anche se uno di due ha detto che gli è stata suggerita un’idea molto interessante.
Non possiamo prevedere come e quando il giochino terminerà, cioè quando ci sarà quella trasparenza che accompagna ogni mutamento editoriale.
Trasparenza negata ai varesini chissà per quale motivo, ma ognuno si gestisce come meglio crede e si può andare contro la tradizione senza peccare di buon gusto, sta di fatto che la vera novità di Rete 55 non può essere rappresentata solo da un rimescolo azionario, ma dal taglio dei programmi, dal rispetto costante del diritto dei cittadini di essere ampiamente informati e di non essere bombardati da una politica che da tempo è ampiamente insincera.
Non si può piangere su cadute di ascolti e vendite se si diventa piccoli e acritici notai di amministrazioni civiche quanto meno inadeguate per la soluzione di vecchissimi problemi della collettività.
I mezzi di informazione costruiscono quando sono corretti. Che credibilità potrà vantare la tv di Stato che ha
nascosto la tragedia, toccante,sconvolgente, di un personaggio come Massimo Ferrario?
Rete 55 e La6 non faranno registrare svolte politiche e a una Varese per tradizione moderata andrà bene così. Andrà meno bene se non ci sarà una reale svolta nella qualità dell’informazione. La crescita dei consensi e pure la simpatia ottenute da La6 in questi ultimi mesi dicono che Lorenzo Airoldi ha lavorato bene. E allora anche per mamma Rete 55 ci sono buone prospettive.
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