La proposta di legge per il governo del territorio: avanti piano, quasi indietro!
L'intervento di Giuseppe Adamoli
La proposta di legge per il governo del territorio è attualmente in discussione alla Commissione V.
In verità, appare azzardato affermare che è "in discussione" dato che a dibatterla è solo il Centro Sinistra, essendo del tutto assente la maggioranza con conseguente costernato imbarazzo del Relatore Bordoni e dell’Assessore Moneta. Non mi riferisco, ovviamente, all’assenza fisica dei consiglieri della Casa della Libertà, bensì alla passività con cui assistono alla discussione del testo proposto. Non ci resta che constatare che nemmeno un tema così importante è capace di suscitare l’interesse della "squadra" formigoniana: solo il modello presidenziale poteva compiere un simile miracolo!
Venendo ai lavori della Commissione Territorio, nelle prime sedute sono stati affrontati i primi articoli inerenti le norme fondamentali e poco altro. I tempi si preannunciano pertanto lunghi e ciò scompagina le previsioni della maggioranza la quale freme per approvare la legge prima che si chiuda la legislatura, potendo così vantare quest’importante risultato.
Da parte nostra non credo si debba fare dell’inutile ostruzionismo. Pretendiamo, però, un confronto serio che consenta di valutare se il testo in discussione sia idoneo ad essere approvato, ovviamente dopo essere stato adeguatamente emendato, o se debba essere, invece, integralmente rigettato.
Il mio impegno è andato comunque nella direzione di formulare proposte migliorative, anche se non sono stati rari i casi in cui ho espresso richieste di modifica radicalmente alternative nell’impostazione data all’articolato di legge.
Si è trattato di un impegno gravoso che mi ha portato a costruire decine di emendamenti, corredati da testi esplicativi, che testimoniano la mia personale volontà di contribuire, comunque ed in prima istanza, alla stesura di una buona legge: la materia del governo del territorio è troppo importante per essere sacrificata in nome di interessi di parte. Tuttavia nutro molte perplessità sulle scelte compiute dalla Giunta Regionale e del Relatore: il voler dar vita ad una legge prevalentemente procedimentale, povera di contenuti e priva di obiettivi chiari da perseguire, l’assenza di strumenti di concertazione tra le istituzioni locali, la latitanza della Regione nello svolgere un ruolo di indirizzo e di coordinamento della funzione di pianificazione con il conseguente abbandono dei comuni – in nome del principio di sussidiarietà – alla loro sorte nell’affrontare il complesso tema del governo del territorio, sono tutti aspetti (ma potrei elencarne altri) attorno ai quali fatico a rintracciare punti di intesa.
Molti altri temi, oltre a quelli citati, richiederebbero maggiore tempo per essere approfonditi, apparendo molte norme come la riproposizione della previgente disciplina legislativa. Vi è, poi, in me un’altra preoccupazione che riguarda il ruolo della Giunta Regionale, la quale vorrebbe riservare a se un’ampia discrezionalità nel dettare i criteri attuativi riguardanti il nuovo testo legislativo. Tale richiesta, se il corpo normativo proposto fosse più chiaro e vincolante nelle sue scelte di fondo potrebbe anche essere condivisa, ma stante la sua attuale formulazione suona più come la pretesa ad avere una delega in bianco. E su questa strada non possiamo certo camminare assieme!
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