Lazzaroni, parte la ricollocazione per le dipendenti

La Provincia ha risposto al grido di aiuto delle dipendenti: un’associazione d’impresa si occuperà di effettuare colloqui e corsi di formazione

La Provincia risponde al grido di aiuto delle settanta dipendenti della Lazzaroni e avvia il processo per la ricollocazione delle lavoratrici. Le donne avevano fatto sentire la propria voce la settimana scorsa, sottolineando il fatto che la cassa integrazione era ormai scaduta e che erano state abbandonate non solo dall’azienda (che non avrebbe ancora provveduto a far pervenire la liquidazione), ma anche dalle istituzioni che si erano impegnate per una loro ricollocazione.

 Il prossimo 26 ottobre si svolgerà quindi un tavolo tecnico voluto dalla Provincia di Varese e durante il quale il dirigente dell’assessorato alle politiche per il lavoro Marina Rosignoli, i sindacati e le Rsu dell’azienda, discuteranno del futuro delle settanta dipendenti. Infatti, la Lazzaroni esiste ancora, ma con un solo stabilimento a Isola del Gran Sasso, aperto con contributi statati diversi anni fa. La vicenda della storica azienda saronnese è quindi terminata con la chiusura dello stabilimento di Saronno, con il completo trasferimento in centro Italia, compresa la direzione amministrativa.

Con l’incontro di martedì prossimo, per le dipendenti si apre quindi la strada dei colloqui preliminari personalizzati, della ricerca di un nuovo posto di lavoro e di un eventuale corso di riqualificazione professionale.

Della ricollocazione si occuperà un’Associazione temporanea d’impresa (Ati), un gruppo che riunisce aziende di servizio e Cfp. Su incarico di Villa Recalcati,  questa associazione gestirà l’intero ciclo degli incontri individuali con le lavoratrici, verificherà le opportunità di ricollocazione in nuovi luoghi di lavoro e organizzerà gli eventuali corsi di riqualificazione professionale in vista di un reinserimento nel mondo della produzione.  L’intera operazione sarà completamente gratuita per i partecipanti perché finanziato dalla Provincia e si svolgerà nel bacino Saronnese, secondo forme e modalità che saranno comunicate alle stesse lavoratrici in mobilità.

«Questo passo – si limita ad osservare il presidente della Provincia di Varese Marco Reguzzoni – dimostra che la Provincia non sta con le mani in mano ma che, sul piano del recupero delle lavoratrici, si è mossa per tempo e secondo quanto aveva promesso. Ora mi aspetto che tutti, azienda in testa, rispettino gli accordi sottoscritti».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Ottobre 2004
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