«Le confessioni cristiane e le grandi religioni collaborino per la pace»

Alcuni passaggi del discorso tenuto stamani dal Papa, durante l'udienza con l’ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran, Mohammad Javad Faridzadeh,

“Per giungere a un ordine internazionale equilibrato, soprattutto dinanzi al terrorismo che vuole imporre la sua legge, la volontà di costruire un futuro comune che garantisca la pace per tutti presuppone l’impegno degli Stati a dotarsi di strumenti stabili, efficaci e riconosciuti, come l’Organizzazione delle Nazioni Unite e le altre organizzazioni internazionali”: lo ha detto stamani il Papa, ricevendo in udienza l’ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran, Mohammad Javad Faridzadeh, in occasione della presentazione delle lettere credenziali. “Quest’azione a favore della pace – ha proseguito Giovanni Paolo II – implica anche un’azione coraggiosa contro il terrorismo e per costruire un mondo nel quale tutti possano riconoscersi figli dello stesso Dio Onnipotente e misericordioso. Certamente l’edificazione della pace presuppone la fiducia reciproca, per accogliere l’altro non come una minaccia ma come un interlocutore, accettando parimenti i vincoli e i meccanismi di controllo che implicano gli impegni comuni quali i trattati e gli accordi multilaterali, nei diversi ambiti delle relazioni internazionali che concernono il bene comune dell’umanità, come il rispetto dell’ambiente, il controllo del commercio delle armi e della non proliferazione delle armi nucleari, la tutela dei bambini, i diritti delle minoranze”. Il Papa ha quindi aggiunto: "Come ho spesso ricordato, «le confessioni cristiane e le grandi religioni dell’umanità devono collaborare tra loro per eliminare le cause sociali e culturali del terrorismo, insegnando la grandezza e la dignità della persona e diffondendo una maggiore consapevolezza dell’unità del genere umano» (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, 1º gennaio 2002, n. 12). Esse devono anche dialogare per conoscersi meglio, per apprezzare le loro reciproche ricchezze e per collaborare al bene comune dell’umanità” ha concluso il Pontefice, rallegrandosi, in particolare, per lo svolgimento di un incontro di dialogo ad alto livello tra cristiani e musulmani In Iran, sotto l’egida del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e delle Autorità religiose sciite iraniane. “Sono certo che questa iniziativa permetterà di migliorare sempre più le relazioni tra i credenti, sulla base del rispetto mutuo e della fiducia reciproca”.

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Pubblicato il 29 Ottobre 2004
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