Regolamento del Consiglio comunale, modifiche in vista?

La Margherita propone l'introduzione del question time per velocizzare i tempi e la sostituzione delle risoluzioni con le più vincolanti delibere di indirizzo

 Il Consiglio Comunale è spesso una piccola giungla dal punto di vista dei regolamenti, che variano da comune a comune in modo talora rilevante. A Busto Arsizio la Margherita ha in programma di proporre alcune modifiche per rendere più rapido ed efficace il lavoro dell’organo di rappresentanza dei cittadini.

«Per ridare vita al Consiglio comunale», come afferma il consigliere Alessandro Berteotti, la Margherita propone di introdurre un question time – un po’ come in Parlamento – e di sostituire le risoluzioni con le delibere di indirizzo.
«Il question time servirebbe a canalizzare le questioni più urgenti del momento» osserva Berteotti. «Ora come ora il regolamento non distingue l’urgenza dei punti all’ordine del giorno. Con il question time, invece, e facendo lavorare di più le commissioni come "filtro", si renderebbe più rapida e meno dispersiva l’attività del Consiglio comunale». Oltretutto, soggiunge il consigliere della Margherita, si eviterebbe di far "cannibalizzare" dalla stampa notizie ancora poco chiare, facendo in modo che l’assessore competente sia tenuto a rispondere in tempi solleciti e senza manovre dilatorie. «Intendiamoci, anche noi in passato (nella scorsa legislatura, ndr) abbiamo prodotto fin troppi punti all’ordine del giorno nel tentativo di renderci visibili, ma riuscimmo solo ad intasare il Consiglio; è evidente che occorrono strumenti più efficienti» osserva Berteotti.

Il consigliere è critico verso l’uso attuale delle risoluzioni: «Una risoluzione deve essere posta ai voti. Spesso si tratta solo di un’interrogazione sulla quale si esige un pronunciamento del Consiglio comunale, e altrettanto spesso si procede ad accettarla come raccomandazione senza metterla ai voti. Oltretutto non è nemmeno vincolante, in definitiva». Pertanto, al posto della risoluzione  sarebbe bene adottare la delibera di indirizzo, «che intima e pone termini perentori». Su quest’ultimo punto il presidente del Consiglio Comunale Speroni, sentito dalla Margherita, si sarebbe mostrato titubante. «Con la delibera di indirizzo si darebbero precise linee guida su una data materia al competente assessorato, che sarebbe tenuto, o in commissione o nel successivo Consiglio comunale, a dare risposta circa il modo in cui intende procedere o a giustificare la sua impossibilità di agire» conclude Berteotti.

Un pizzico di scetticismo viene da Rifondazione Comunista per bocca del consigliere Antonello Corrado. «Girava voce da tempo che qualcosa si muovesse in questo senso, ma finora proposte vere e proprie non ne abbiamo viste. Se ne doveva parlare in ufficio di presidenza, ma qui vedo che se ne parla direttamente con Speroni, "a trattativa privata"… Sul merito delle proposte della Margherita, non avendo ancora sotto gli occhi un testo, discuteremo in seguito come gruppo consiliare. Il nostro timore, da quanto percepiamo, è che si possa finire per andare avanti a colpi di regolamento, e che la democrazia e la libera espressione in Consiglio comunale abbiano a soffrirne».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Ottobre 2004
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