Tutti in piedi, va in scena l’orgoglio Insubria

Inaugurazione dell'anno accademico nell'Aula Magna del polo comasco. Laurea honoris causa a Walter Bonatti, premio Rosa Commacina a Carla Porta Musa

“L’Università dell’Insubria deve, ad oggi, confrontarsi con competitori agguerriti e consolidati da anni d’esperienza. E il contesto lombardo, da questo punto di vista, è sicuramente uno dei più difficili e stimolanti”. 

Esordisce così Renzo Dionigi, rettore dell’Università degli studi dell’Insubria, nel discorso di inaugurazione dell’anno accademico 2004/2005.

E la strada da fare, senza ombra di dubbio, sembra ancora essere lunga .

L’Università dell’Insubria, a sei anni dalla sua istituzione, rappresenta oggi lo 0,61% del sistema universitario italiano, a fronte del 13,4% raggiunto dalla totalità delle università lombarde.

Un buon risultato senza dubbio, soprattutto se confrontato con quello di poli universitari più antichi come quello di Bergamo (0,57%) e Brescia (0,93%).

Insoddisfacente però se rapportato agli atenei milanesi, che da soli coprono il 9,34% del dato regionale e che rappresentano tuttora il più grande avversario nella sfida di espansione che l’ateneo nord lombardo si propone.

La cerimonia di inaugurazione tuttavia, svoltasi nell’Aula Magna della sede di Como, non è stata soltanto l’occasione per snocciolare dati e aspettative di crescita.

Almeno altre due le occasioni celebrative colte dall’amministrazione dell’ateneo: il conferimento della laurea specialistica honoris causa a Walter Bonatti e la premiazione, con l’onorificenza “Rosa Commacina”, della poetessa e scrittrice comasca Carla Porta Musa.

“La Rosa Commacina”, come ricorda il rettore Dionigi, “rappresenta la più alta onorificenza dell’ateneo, e simboleggia la bellezza, l’armonia e la concordia dell’alta cultura”.

Grandi applausi per Carla Porta Musa, il cui lavoro è stata giudicato, di tale bellezza, massima espressione insubrica.

Applausi ripetuti al momento del conferimento della laurea honoris causa in Scienze Ambientali a Walter Bonatti, uno dei più grandi rappresentanti dell’alpinismo italiano.

Bonatti partecipò, tra le altre imprese, alla celeberrima spedizione sul K2 capitanata da Ardito Desio nel 1954, quando Lacedelli e Compagnoni riuscirono a raggiungere la vetta.

“La scelta di Walter Bonatti come destinatario della laurea honoris causa”, spiega il prof.Aldo Gamba, Preside della Facoltà di Scienze MM. FF. NN. di Como, “ è dovuta ad una serie di ragioni che abbracciano per intero la biografia dell’uomo, ma soprattutto alle sue doti di profondo e coraggioso esploratore della natura”.

Nel clima di euforia generale c’è però stato, per così dire, anche il tempo per due interventi un po’  fuori dal coro.

Dai toni piuttosto vivaci quello di Gabriele Tagliabue, rappresentante degli studenti, che, dopo aver dichiarato il suo amore per l’università, non ha rinunciato a metterne in evidenza, in un’ottica sempre propositiva però, alcune significative pecche, quale per esempio la “mancanza di un programma concreto per uno sviluppo organico e continuo, per far sì che l’Insubria possa diventare grande davvero”.

Maggiore pacatezza nell’intervento di Adriano Tresin, rappresentante del personale tecnico-amministrativo dell’ateneo, che ha semplicemente ricordato che “ è opinione comune che l’organico attuale sia piuttosto inadeguato agli obiettivi di espansione del prossimo triennio. Ci sarebbe bisogno di formazione continua per il personale e di un’adeguata preparazione dei singoli, per affrontare le problematiche al massimo grado di competenza nel paese”.

Due piccoli nei nella grande festa, dunque.

Nei che però, ora che i poli di Busto e Saronno sono realtà, non possono più essere ignorati.

Pena la condanna, nei confronti delle “grandi” milanesi,  ad una rincorsa infinita.   

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Marzo 2005
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