Carcere di Varese, l’azienda “respinta” chiede i danni

La SVE spa, che partecipava alla gara insieme al Monte dei Paschi di Siena, ritiene di essere stata danneggiata dalla “ritirata in massa” di cinque dei sei concorrenti

Oltre 10 milioni di euro di risarcimento danni, circa venti miliardi delle vecchie lire.
E’ questa la cifra che l’azienda che si è vista “sfuggire” l’appalto del carcere di Varese ha chiesto alla M.PS. Leasing & Factoring Spa (Monte dei Paschi di Siena) e alla Locat spa.
L’azienda “rimasta a bocca asciutta” si chiama SVE S.p.A. di Roma, e fa parte del Consorzio Svemark con sede a Padova specializzato nella realizzazione di celle prefabbricate in acciaio.
La premessa è questa. Una delle premesse. Ce ne potrebbero essere almeno altre dieci. Da qualunque parte la si guardi la faccenda della realizzazione delle carceri, tutte non solo quelle di Varese e Pordenone che viaggiano in coppia, fa storcere il naso.
Non sono solo le inchieste di un autorevole settimanale quale l’Espresso a rivelare i risvolti “misteriosi” che si celano dietro gli appalti per la realizzazione dei penitenziari. Ora, nero su bianco, c’è un atto di citazione che dice molte più cose di un’inchiesta giornalistica.

 Procedendo con ordine. Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria nel marzo del 2004 pubblica due bandi di gara per la realizzazione di due nuovi istituti penitenziari,  Varese, con un costo di 43.282.000 euro e Pordenone di 32.462.000 euro (nell’immagine il progetto della SVE spa mai presentato)
Per realizzarli il Ministero della Giustizia impone il Leasing immobiliare vale a dire, in parole molto povere: il finanziatore si presenta alla gara già con un’impresa di costruzione; uno ci mette i soldi, l’altro le braccia.
Alla gara partecipano sei banche: la Banca Centrale per il leasing-Italease Spa Milano; la Banca Opi, Banca per la Finanza delle Opere Pubbliche Roma; Intesa Leasing Spa Milano; Ing Operleasing Spa di Brescia; Bnl Locafit Milano; la M.P.S Leasing & Factoring.  
Nell’atto di citazione presentato dall’avvocato Paolo Borioni al Tribunale civile di Roma si legge quello che, secondo la SVE S.p.A., è accaduto nei mesi seguenti.
La Società SVE –che intende proporre e costruire  le stanze dei detenuti in acciaio con un sistema collaudato negli Stati Uniti- prende accordi con il Monte dei Paschi di Siena per partecipare alla gara d’appalto e realizzare così il carcere di Varese in moduli d’acciaio invece che in cemento. La SVE S.p.A. prepara tutto ciò che nel bando di gara viene richiesto: uno studio accurato, con rilevazioni nel parco Sud di Varese e simulazione al computer del progetto realizzato. La documentazione deve essere pronta e consegnata entro novembre 2004.
Ma nel frattempo succede qualcosa. Che non sfugge a nessuno: la stampa locale riporta che tutte le banche si sono ritirate e solo la Ing Lease – Operleasing Spa con l’impresa Pizzarotti è rimasta in gara. Le altre l’hanno abbandonata.
L’atto di citazione presentato da SVE S.p.A. parla di “una riunione d’urgenza convocata dall’Assilea, l’Associazione Italiana Leasing, di cui fanno parte tutte le banche invitate alle due gare per Varese e Pordenone, al fine di valutare condotte comuni”. Impossibile sapere che cosa sia accaduto nella riunione, il cui esito è però un “fuggi-fuggi” generale. Tranne che per la Ing Lease e la Pizzarotti.
La SVE S.p.A. a quel punto, avvertita da Monte dei Paschi di Siena della decisione di ritirarsi solo due giorni prima della scadenza dei termini, così dice la citazione, non può fare altro che adeguarsi alla decisioni prese. Ma non dopo aver chiesto un cospicuo risarcimento dei danni.
Ancora due aspetti “curiosi” della vicenda. Il primo: secondo l’avvocato della SVE S.p.A. l’offerta presentata dalla Ing Lease è del 20 per cento più alta del valore posto a base d’asta ( il carcere verrebbe a costare quindi 51.940.000 euro invece di 43.282.000); il secondo: il progetto della SVE S.p.A. è stato sequestrato dal Nucleo Tutela Mercati della Guardia di Finanza.
”Giallo” a parte resta il silenzio attorno al quale è avvolto il progetto per il carcere di Varese: della proposta di Ing Lease e di Pizzarotti (lo ricordiamo: l’unica in gara), non si sa nulla e considerato che a novembre scadono i tempi per la scelta del vincitore tutto fa pensare che qualche intoppo stia frenando il Ministero. Di che natura sia non è dato saperlo. La burocrazia? A questo punto è una risposta  che soddisfa a metà.

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Pubblicato il 28 Settembre 2005
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