Allora brindiamo a Coca Cola

ALLORA BRINDIAMO CON COCA COLA

La salvezza per tutti gli studenti svogliati, al tempo della scuola, era il “tema di fantasia”, quello in cui, senza troppo sforzo ci si esercitava con frasi retoriche e vuote, prive di ogni partecipazione e contesto. A ciò fa pensare la polemica in cui parte della sinistra radicale si è imbarcata a proposito della Coca Cola, bevanda a loro giudizio da bandire dalla Olimpiadi e simbolo dell’America imperialista. Ma basta fare un minimo di “compiti a casa” per scoprire quanto segue: la Cola Cola, in origine, fu la bevanda preferita dai neri degli Stati del sud, che la consideravano un simbolo di ribellione (l’ha raccontato Filippo Facci sul Giornale); oppure: se la sinistra vuole prendersela con l’America, anzichè la Coca Cola si scagli contro il viaggio di Bush in Cina, paese dove i diritti dei lavoratori sono compressi ben peggio di quanto fa la Coca Cola (e questa l’ha raccontata Lucia Annunziata sulla Stampa)

FUORI TEMPO MASSIMO – Nonostante il consiglio comunale sia stato sciolto, diversi esponenti di partito non esitano, senza farne troppo mistero, a tirare per la giacca il commissario prefettizio Sergio Porena perché mandi avanti questo o quel progetto (solitamente l’ok a Sogliano per rifare lo stadio o alla scuola Manfredini di allestire la nuova sede) dando la precisa idea di essere più delle lobby d’affari legati a interessi concreti che non dei movimenti politici, di pretendere che l’arbitro segni i gol che loro sono stati incapaci di realizzare. Ci auguriamo di essere in errore però è come minimo il caso di ricordare a quanti raccomandano in continuazione al commissario i progetti a loro cari che la legge li ha ormai privati di qualsiasi rappresentatività popolare. Un po’ di silenzio su quegli argomenti avrebbe come minimo il benefico effetto di far recuperare un minimo di fiducia da parte dei cittadini.

AUTOGOL – Che ci crediate o no, qui a bottega seguiamo con simpatia La Padania e le imprese di Gianluigi Paragone, vecchia conoscenza di noi umili carrettieri dell’informazione varesina. Il quale Paragone, sia detto senza acrimonia, alterna trovate simpatiche a svirgolate clamorose. Pochi giorni fa se l’è presa con l’Inter colpevole di aver mandato in campo una formazione composta da 11 stranieri. Apriti cielo. Piuttosto che questi mercenari, sostiene La Padania, preferiremo sempre Cassano, “simpatico terrunciello combinaguai”. Questione di punti di vista. Però Paragone ha fatto la sua intemerata il giorno dopo in cui a) l’ucraino Shevchenko ha fatto quattro gol col Milan b) il brasiliano Adriano ne ha buttate dentro tre con l’Inter c) il simpatico terrunciello Cassano è stato fischiato dall’inizio alla fine dai tifosi romanisti che lo considerano un lavativo e ne hanno le balle piene dei suoi capricci da bambino viziato. Ma soprattutto il giorno della morte di George Best, che era nato a Belfast, mica a Cernusco Lombardone.

UNA BOTTA E VIA – Mezzo milione a sera per la frettolosa compagnia di una ragazza. Settanta professioniste dell’amore trovate contemporaneamente “in orario di lavoro”. Ma qualcuno si aspettava che l’industria del sesso, a Varese, poggiasse su cifre di questo genere? Eppure è quanto ha messo in luce il blitz della polizia in alcuni locali notturni della città. La Treviso godereccia di “Signore e signori” sembra ormai abbondantemente alle spalle. Con molta meno passione, tuttavia, di quanto seppe raccontare Sergio Saviane nelle pagine del suo romanzo: dai verbali dell’inchiesta emerge un’atmosfera di solitudine, di amori consumati in fretta e altrettanto in fretta dimenticati, rimossi con vergogna

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Pubblicato il 26 Novembre 2005
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