A Tradate le infermiere spagnole sono una valida risorsa
Replica del responsabile Ufficio Infermieristico dell'ospedale di Tradate alle dichiarazioni del presidente del Collegio Ipasvi Enrico Malinverno
Riceviamo e pubblichiamo
In riferimento all’articolo ( Gli infermieri stranieri non risolvono la crisi in corsia) comparso su Varese News del 31 gennaio u.s., ritengo necessario fare delle precisazioni rispetto alle affermazioni del Presidente Provinciale del Collegio IPASVI Sig. Enrico Malinverno.
Lavoro presso l’Ospedale di Tradate, come Responsabile dell’Ufficio Infermieristico del Presidio, e personalmente ho provveduto al reclutamento delle Infermiere Spagnole nel novembre 2004 a Madrid.
“ …andare a reperire personale all’estero” non è una moda, come Azienda Ospedaliera abbiamo aderito ad un progetto Europeo ( Accordo EURES Italo – Spagnolo ) datato giugno 2003 e firmato a Madrid tra il Ministero del Lavoro, la Direzione Generale per L’impiego Italiana, la Direzione della Promozione dell’Impiego Spagnola, EURES Spagna ed EURES Italia, la Direzione Generale delle Risorse Umane e delle Professioni Sanitarie del Ministero della Salute e non da ultimo dall’IPASVI di Roma.
Detto questo riteniamo di aver utilizzato un “canale” ufficiale e con garanzie di supporto con gli organi e le istituzioni sopraccitati.
“ …le neo assunte, però, dopo qualche mese di integrazione, formazione e lezioni d’italiano, avevano lasciato il piccolo comune provinciale per andare nella metropoli milanese, più rispondente ai propri stili di vita…”
Anche in questo caso le informazioni riportate non trovano riscontro nella realtà, infatti ad oggi tutte le sei Infermiere Spagnole sono ancora in servizio presso il Presidio del piccolo comune e non si sono trasferite a Milano.
Sullo stile di vita delle dipendenti , non mi permetto di fare valutazioni tantomeno ritengo il Sig. Malinverno sia in grado di esprimere un giudizio visto che non le conosce affatto.
Debbo sottolineare invece che come professioniste si sono rivelate un ottimo investimento per il Presidio e grazie anche a loro nel 2005 siamo riusciti a mantenere tutti i Servizi dell’Ospedale aperti e abbiamo aumentato del 5% la disponibilità dei posti letto.
Forse non è stata proprio un’esperienza fallimentare.
“ …l’aspetto debole e proprio quello dell’integrazione culturale….. non si investe sull’accoglienza …”
Per quanto riguarda invece l’accoglienza, all’interno del Presidio abbiamo coinvolto il personale ai vari livelli e in modo trasversale e l’aspetto dell’accoglienza è stato anteposto come vincolo per la riuscita del progetto e se dopo un anno Vanessa, Sara, Carolina, Reyes, Goretti, Silvia sono ancora dei “nostri” lo dobbiamo a tutti gli operatori che hanno lavorato con noi.
Non dovendo aggiungere altro, colgo l’occasione per porgere distinti saluti
il Responsabile Ufficio Infermieristico
Sig. Alberto Banfi
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